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Botero: dai mandolini nascono i fior

Fernando Botero, nato in Colombia nel 1932, è attualmente uno dei pittori, scultori e disegnatori più influenti e iconici della contemporaneità. Sarà mica per le sue figure grasse?

Curioso, simpatico, sottile e fuori dagli schemi. Sono tanti gli aggettivi con cui potremmo descrivere Fernando Botero, l’artista colombiano contemporaneo che più di chiunque altro fa parlare di sé.

C’è chi ritiene che sia sopravvalutato e che la sua pittura si limiti alla rappresentazione di figure grandi e lievitate, riducendo la sua arte alla caricatura del reale, come se questa non fosse portatrice di quella scintilla artistica che fece delle mani di Botero, due generatori di iconicità.

A chi non è capitato di sentire nominare l’opera di Botero a mo’ di gioco? Oramai il suo lavoro è diffuso a livello mondiale, non c’è niente da fare. I riferimenti alle sue opere sono inevitabili.

Il dettaglio della carriera dell’artista colombiano che lo rende universale e per certi versi “superiore” a tanti altri artisti è proprio il fatto che abbia cercato di farsi spazio nel panorama artistico odierno contando sulle proprie forze, ma non finisce qui: c’è riuscito. Può sembrare scontato, ma non è così. Infatti, non è facile che un artista raggiunga un seguito così numeroso da vivo. È la realtà dei fatti: gli artisti fanno i soldi dopo la morte.

Per Botero non è andata così. Certo, sicuramente l’intervento dei canali di comunicazione facilita molto la diffusione delle opere artistiche, ma in ogni caso, non tutti riescono a spiccare tra la folla.

Si tratta di un vero e proprio talento e di un occhio attento al particolare. Un occhio che decenni fa trovò, nella dilatazione di un semplicissimo mandolino, un’inaspettata sensualità che, nel tempo, si è tradotta nello stravolgimento anatomico delle figure rappresentate.

botero

Niente di più umano del fascino verso quella tenera morbidezza che avvolge i corpi tondi dell’artista. Corpi caricati, storpi, gonfi, ma pieni di una tranquillità trasmessa direttamente dalle mani del pittore. Sembra di essere nella sua mente nell’esatto momento in cui quei polpacci sono stati pensati, quelle pose così spontaneamente vengono gettate giù, sulla tela. Viene da sorridere sotto i baffi al pensiero di queste raffigurazioni, perché da un lato c’è il tabu del curvy che viene affrontato in maniera seriosa, e dall’altro c’è l’inevitabile attrazione verso l’artista stesso che non può non conquistare quantomeno la simpatia del pubblico.

Il carisma della sua pittura è proprio ciò che fece di Botero uno dei bersagli più facilmente attaccabili. Critici da tutto il mondo accusarono la goffagine dei soggetti raffigurati, come la causa del grande successo del pittore, assottigliando quella che invece è una vera e propria firma artistica. È facile criticare qualcosa che non si comprende fino in fondo e che non corrisponda ai canoni artistici e, in questo caso anche anatomici, stabiliti dalle tradizioni secolari. Ma è proprio in questa semplicità mista a superamento dell’ordinario, a fare di Botero, il padre di una nuova tendenza, precisa e accattivante.

 

Lisa Scartozzi

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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