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Chi uccide una volta, uccide sempre

25 Novembre. In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo partecipato all’evento promosso dall’Ambito Territoriale N30 in collaborazione con il Centro Antiviolenza Eirene gestito dal Consorzio Proodos, l’Associazione Catena Rosa, con la partecipazione della Compagnia Teatrale Hirondelle che ha portato in scena la pièce teatrale Ventre Nero presentando un’inedita biografia di Nerone in tutto il suo narcisismo, il tormento, la follia e di tutte le donne della sua vita sedotte, amate e uccise, da Ottavia a Poppea Sabina, passando per l’adorata madre Agrippina.

– Nerone danza sui cadaveri!

Quante volte abbiamo letto in vita nostra, nei libri di testo scolastici o nelle nostre letture di piacere, di storie assurde, ai limiti del credibile; aneddoti e biografie che sembrano così distanti dalla nostra concezione della realtà attuale da suonarci fantastici, mitologici.
Per questo nostro atteggiamento distaccato, alienato e poco empatico nei confronti di queste storie, abbiamo iniziato a sentirle come “normali”. Quante volte abbiamo letto storie di ragazzine dell’est Europa vendute ancora adolescenti al mercato del sesso? O di donne mediorientali lapidate per un sospetto tradimento? Potrei continuare all’infinito con gli esempi, il punto è che, dopo un po’, siamo abituati a pensare “niente di strano, lì è normale”.
Motivo per il quale l’orrenda scia di morte che ha seguito la meteora di Nerone non ha lasciato in noi particolari traumi quando ci siamo approcciati per la prima volta a scuola allo studio della storia romana.
In effetti, la storia di una civiltà che già nasce, in principio, da un terribile fratricidio – vedi Romolo e Remo – non promette nulla di buono e tutti gli innumerevoli episodi di violenza e genocidio non ci commuovono, almeno questo vale per me.

La Compagnia Hirondelle ha deciso così di farmi cambiare idea, di smuovere quel poco di empatia che ancora mi è rimasta dentro e di sbattermi in faccia la vera, cruda, commovente storia di un uomo folle, infantile e con troppo potere nelle mani.
Il Ventre Nero di Roma che partorì quel figlio smarrito che nel 64 d.C., in preda a forse uno dei suoi ultimi attimi di follia, diede fuoco alla città eterna.
Il Nerone della Compagnia Hirondelle non è un imperatore, ma un uomo solo nella sua passione, nelle sue paranoie e nelle sue follie. Una bomba pronta ad esplodere, rinchiusa in un palco senza cambi di scena, circondato dalle voci dei suoi consiglieri, dei suoi fantasmi e delle sue amanti.
Un uomo tormentato, traumatizzato, abusato dalla madre, ingannato dai suoi sudditi e odiato dalla Madre Roma.
Sedusse, amò e ripudiò Ottavia, dolcissima donna che pagò per prima i capricci dell’imperatore.
Andò contro il volere della madre, Agrippina, donna saggia ma pur sempre donna, oggetto sacrificabile per il bene dell’imperatore in persona.
Si ricongiunse con l’amata Poppea; avvenente giocattolo che ruppe in preda ad uno dei suoi raptus – N.B.: gesto che portò alla morte anche del bimbo in grembo.

Insomma, un pover’uomo. Con troppo potere.

Follia è credere che uomini con la passione per il sangue e la violenza non debbano più esistere.
Realtà è creare uno stato che garantisca la libertà, la sicurezza e il supporto ad ogni cittadino, a prescindere dall’esistenza o meno di uomini malvagi.
Follia è credere che un nuovo Nerone NON DEBBA nascere. Realtà è vivere in uno stato in cui il nuovo Nerone sia assistito, supportato e che soprattutto non abbia mai la possibilità di acquisire così tanto potere in mano.

Uno stato che non tutela la sicurezza del cittadino è uno stato che lascia i deboli alla mercé dei più forti; un ritorno alla giungla, insomma.
Uno stato che non lotta per i diritti della donna è uno stato che lascia le donne alla mercé di ogni nuovo Nerone che nascerà.

Sono passati duemila anni, più o meno, dalla storica tragedia di Nerone; siamo passati per il Medioevo, abbiamo conosciuto la stampa di Gutenberg, abbiamo visto per la prima volta i Mangiatori di Patate di Van Gogh, abbiamo visto la prima Ford sul suolo USA, lo sbarco sulla Luna, la Prima Repubblica, petaloso. . . e cosa è cambiato?

Purtroppo Nerone continua a rinascere, ma ancora privo di freni, libero di agire.
In Italia, ancora oggi, poco meno di 7 milioni di donne hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Nel 2018 le vittime di femminicidio sono state 142, un numero in crescita rispetto all’anno precedente, e 94 quelle registrate nei primi dieci mesi del 2019.
Ogni 72 ore, in Italia, una donna viene uccisa.

 

 

 

Antonio Alaia

Antonio Alaia

Antonio Alaia, o semplicemente ALAIA, nasce contro la sua volontà intorno al 1998. Da allora si trascina tra licei, università e uffici in attesa della fine; nel frattempo scrive di cinema, sociale, politica e tutto ciò che ritiene sia interessante e che possa avere anche il minimo impatto sulla società che lo circonda.
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