De Zelda Videoludum – Sulle Note dell’Ocarina del Tempo
La nostra storia parla di un bambino. Un bambino biondo, con le orecchie a punta e un piccolo cappello verde.
Abita in un minuscolo villaggio e, assieme a lui vivono altri bambini con le orecchie a punta.
E tutti hanno una fata.
Tranne lui.
Il motivo? È totalmente sconosciuto.
Così inizia la storia di Link, l’unico Kokiri senza fata (quantomeno all’inizio della storia), eroe del tempo e salvatore del Regno di Hyrule.
Sembra la classica storia da libro fantasy che ha come protagonista un “prescelto” dalle origini apparentemente umili, con una caratteristica fuori dal comune e un incredibile coraggio.
E questo tanto basta a rendere The Legend of Zelda: Ocarina of Time uno dei titoli videoludici più acclamati da qualsiasi critica, giocatore o nerd che sia.
Pur non essendo, né il primo videogioco open world, né il primo videogioco in tre dimensioni del mondo è sicuramente uno di quelli fatti meglio.
Il motivo sta nella sua apparente semplicità di storia e ambientazioni, le quali nascondono un intero mondo, completamente esplorabile.
Denota infatti una complessità unica a livello di puzzle, livelli secondari e trama, da lasciare ancora senza fiato, nonostante la sua nascita appartenga a più di vent’anni fa (1998).
Vent’anni passati nella gloria, vent’anni di una storia che sembra fresca fresca, appena partorita da uno sceneggiatore giovane e pieno di speranze, vent’anni di fan sfegatati da tutto il mondo che lo acclamano, vent’anni di storie su storie su altre storie, tanto che The Legend of Zelda è diventata una delle saghe videoludiche al vertice, non solo con Ocarina of Time, ma con altre decine di titoli.
Eppure si parla ancora di Ocarina of Time come se fosse uscito ieri.
Ma perché?
Sarà l’immersione totale in un mondo che va dall’idilliaco allo spettrale e allo spaventoso in pochi secondi? Sarà la complessità di una storia che dire che è originale è un eufemismo? Sarà il piacere che ci accompagna per tutta la durata del gioco, facendoci credere eroi del tempo e salvatori di Hyrule? Sarà forse il coraggio di Link che ci ispira a cercare di essere migliori?
Provare per vedere.
Luca Casadio