Prisoners – A Life Trilogy
“Nella bianca immensità di un inverno eterno e ghiacciato da un capo all’altro del pianeta, passa un treno che non si ferma mai. È il Transperceneige da mille e un vagone.” – Le Transperceneige, di Jacques Lob, Jean-Marc Rochette e Benjamin Legrand.
Prisoners è la prima vignetta di un trittico dedicato alla vita e alle sue dinamiche. Così come lo è stato in precedenza per la trilogia dedicata all’essere umano, anche A Life Trilogy nasce con lo scopo di rappresentare preoccupazioni personali spostando il focus sull’intera umanità.
Tre vignette, tre guide spirituali tra scenari dispotici o post-apocalittici. Il primo capitolo è ispirato a Transperceneige, un fumetto francese del 1983 da cui è tratto il film Snowpiercer di Bong Joon-Ho: in un pianeta trasformato in un’enorme distesa di neve e ghiaccio i pochi esseri umani sopravvissuti trovano riparo in un treno autosufficiente che percorre sempre lo stesso lunghissimo tragitto.
L’intera umanità costretta a girovagare all’infinito, senza meta. E nonostante la catastrofe non rinuncia alla rigida suddivisione sociale per classi dove chi nasce povero vive emarginato e in condizioni precarie, in fondo al vagone di coda.
“Voi vi mettereste una scarpa in testa? Naturalmente non lo fareste mai! Le scarpe non sono fatte per la testa, le scarpe appartengono ai piedi e in testa si mette il cappello. Il cappello sono io, voi siete le scarpe, io appartengo alla testa, voi appartenete ai piedi. Così è, questa è la realtà.”
Prisoners è un’enorme citazione a film e graphic novel e prova a chiedersi il perché, nel mondo in cui viviamo, questo organigramma della società orizzontale è così difficile da abbattere. Con Battiato a fare da guida spirituale, provando a dare una chiave di lettura risolutiva. Riusciremo mai ad evadere da queste prigioni socio culturali ed evitare l’inevitabile?
Simone Passaro
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