Vana Imago: per un teatro fatto di persone
Come vi ho anticipato nell’articolo sull’evento “Special pizza for special people”, pian piano vi parlerò di tutte le realtà presenti sul territorio che si occupano di disabilità. Una di queste è “Vana Imago”, la compagnia teatrale nata dall’idea di Salvatore Orga.
Salvatore Orga mi racconta di sé, della sua esperienza, lavora in teatro da anni ormai, dal 2002-2003 circa ma, dopo aver recitato in varie compagnie, di amici e di parrocchia, nel 2013 si rende conto che correre da una parte all’altra, stare due giorni a Bagnoli, altri ad Arco Felice, gli facevano vivere più lo stress che la passione.
“Ero uno, nessuno e centomila” mi dice, non a caso decido di lasciare questa citazione Pirandelliana, perché capisco a pieno ciò che mi sta raccontando Salvatore, e quando il treno parte bisogna fischiare.
Già, in questo caso però l’alienazione al lavoro non è stato l’inizio di una decadenza ma la nascita di qualcosa di grande che in queste povere parole proverò a trasmettere.
Quindi, vi dicevo, chiusi tutti gli impegni in quell’anno, Salvatore in sette anni mette su una compagnia sua, Vana Imago. Pian piano iniziano a farsi conoscere e ciò che li caratterizza è che puntano nel sociale, alla beneficenza e si battono per tematiche importanti, come abbattere i pregiudizi che ruotano intorno alle persone con disabilità.
In compagnia c’è anche un ragazzo con disabilità, infatti, un ragazzo che era stato escluso e che si è avvicinato quasi per gioco al teatro. All’inizio si divertiva ad aprire e chiudere il sipario, poi, pian piano ha iniziato a recitare, arrivando ad essere parte attiva di alcuni spettacoli.
Una famiglia, quindi, che non lascia indietro nessuno e per questo, forse, la compagnia – anche se i singoli attori hanno vinto vari premi nazionali – nella sua totalità non verrà premiata ma, mi rivela Salvatore, “non posso buttare indietro chi mi ha aiutato in passato”.
Mi resta impressa questa frase, perché mi fa capire a pieno che per Salvatore e per tutta la compagnia il teatro non è un lavoro o una fonte di guadagno, ma pura e vera passione.
L’esigenza di essere tra le persone, per le persone e soprattutto con le persone.
Questa figura etimologica non è casuale, mi serve per farvi capire come sia importante per loro essere parte viva e presente, il germe della loro passione è proprio l’essere parte integrante della società: farci parte ma soprattutto far sì che tutti possano farne parte.
“Siamo una compagnia sui generis, non perché siamo meglio degli altri ma perché coinvolgiamo le persone. Chiunque voglia venire in compagnia ed essere per un giorno attore, può farlo. Prima ero timido nemmeno con i miei genitori parlavo e, invece, ora sono sicuro di me e voglio trasmettere questa cosa anche agli altri. Sai, bisognerebbe essere più sociali che social”.
Sembra chiaro ormai che il Salvatore attore abbia dato tanto al Salvatore uomo e per questo lavora con i bambini, attraverso laboratori in cui cerca di educare al teatro con il gioco, punta a risolvere le problematiche del singolo. Non una ludoteca per bambini, quindi, ma rapporto di sinergia con la scuola.
Ma non solo questo, abbiamo anche una sit-com Commissario Orghé, andata in prima visione al Parco San Laise (ex area Nato) il 12 luglio, che parla di femminicidio in una chiave “leggera”. Ricordiamo ciò che dice Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Come l’idea di un cortometraggio sul bullismo e di un film tratto dal libro di Salvatore: Le vie del destino.
“Semplicemente, riflettendo sulla storia di un amore ho capito, tramite date, circostanze e eventi importanti, tutta la nostra vita è già segnata e che se noi non uscissimo dai binari non vivremmo una vita piena. Sono nato per lasciare qualcosa a qualcuno, per questo sto creando questo film”.
Se vi ho incuriositi abbastanza, sappiate che il 29 e il 30 novembre, al teatro Santa Teresa in via Nicolardi, rappresenteranno una commedia napoletana, Donna Chiarina pronto soccorso, commedia di Gaetano Di Mario.
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Federica Auricchio