Paese che vai, tradizioni di Natale che trovi
Natale, si sa, fa rima con tradizione: l’abete decorato, il presepe, il classico cenone che inizia la sera del 24 dicembre e finisce quella del 6 gennaio.
Ma, poiché il mondo è bello perché è vario, ogni paese ha le sue particolari tradizioni. E alcune sono davvero stravaganti.
- Il festival Takanakyu in Perù
Quasi più melenso del giorno di San Valentino, il Natale è diventato il festival dei buoni sentimenti dove tutti sono più buoni, si scambiano abbracci, regali e via dicendo.
Non in Perù, dove preferiscono fare a botte.
No, non sto scherzando: ogni anno a Natale tutta la provincia di Chumbivilcas si riunisce per dare vita ad una sorta di Fight Club per permettere a chiunque di regolare i conti in sospeso.
Per iniziare in pace e serenità l’anno nuovo, dicono loro. Ma anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
- Pattinando per Caracas
Mettete un attimo da parte la lista di persone da invitare al vostro Takanakyu personale e leggete cosa accade in Venezuela alla vigilia di Natale.
La mattina, prima di iniziare a preparare il pasto natalizio a base di tamales – una tortilla fatta con farina di granturco, farcita con carne e poi cotta al vapore – da bravi credenti si recano in chiesa… sui pattini a rotelle.
Il motivo? Non è chiaro neanche a loro.
- Cena giapponese a base di pollo fritto
Questa tradizione ha un’origine onirica.
Mentre, infatti, a Scipione Emiliano appariva in sogno il nonno Scipione l’Africano per predirgli il futuro, Takeshi Okawara, dirigente del primo KFC a Nagoya, ha raccontato di aver sognato una famiglia giapponese che mangiava un cesto di pollo fritto la sera di Natale.
Ed è stato così convincente che da allora il menù natalizio giapponese prevede pollo fritto e torta alla fragola.
- Krampus non perdona
In Austria è tradizione, nelle settimane precedenti al Natale, seminare il panico tra i bambini.
Sì, proprio così: per la città, infatti, vagano diversi giovani travestiti da Krampus, un demone al servizio di San Nicola che cattura i bambini che si sono comportati male e li porta via con sé.
L’ origine di questa figura sarebbe addirittura precristiana e legata alle festività per il solstizio invernale.
- La capra arrosto
A Gavle, in Svezia, ogni anno dal 1966 si costruisce nella Piazza del Castello una capra alta 13 metri.
Ora, non è tanto la capra in sé il fatto bizzarro, ma il fatto che i cittadini cerchino di darle puntualmente fuoco.
Per ora ci sono riusciti 29 volte e l’ultima capra bruciata, nel 2016, è durata appena un giorno.
Maria Rosaria Corsino
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