Un decennio che passa
Ricordo un vecchio episodio di una serie televisiva, Ally Mcbeal. Lo conoscete? Bene, nell’episodio in questione siamo a ridosso dell’anno nuovo e uno dei personaggi, John, consiglia a Ally di ripensare a tutto quello che le è successo negli ultimi 12 mesi; se avesse iniziato a commuoversi voleva dire che l’anno che si stava concludendo era stato un anno ben vissuto.
Questo aneddoto mi è tornato in mente ora che un lungo decennio volge al termine…ma quanto dovremmo commuoverci? Le nostre ghiandole lacrimarie dovrebbero avere le riserve come le gobbe dei cammelli!
Scherzi a parte, penso sia giusto, alle soglie del 2020, fare una riflessione su ciò che ci lasciamo alle spalle. Io penso che la parola d’ordine sia stata “far sentire la propria voce”, nel bene e nel male. Per esempio, in Italia e all’estero sono salite al potere personaggi che hanno voluto dare voce ai cittadini (anche se forse ora questi stessi cittadini se ne pentono amaramente); ci sono state persone che hanno voluto farsi sentire per rivendicare il concetto di libertà di parola e d’espressione, per ricordarci di rispettare l’ambiente che ci circonda, per lottare per l’uguaglianza di genere.
Sicuramente in questi anni abbiamo perso persone care, persone che hanno ispirato il lato migliore di noi, che hanno dato voce ad una città o ad intere generazioni. Ma contemporaneamente sono comparse altre persone, armate di super poteri e super eroismo, che ci hanno tenuto incollati davanti gli schermi dando vita alle nostre passioni più sfrenate!
Io spero che per il 2020 poi possiamo continuare a far sentire la nostra voce, per ciò che crediamo più giusto e per le persone a cui teniamo. Spero che potremo fare tesoro di tutto ciò che c’è stato di buono finora e di correggere quello che non lo è stato.
Voi cosa porterete in questo nuovo decennio?
Francesco Siliberto