Andata e ritorno
È da poco passato Natale e Roma è tutta in rosso.
Sono alla stazione Termini, è mattina presto, c’è gente che torna a casa dopo aver passato le vacanze in famiglia e altra che parte per trascorrere quelle che ancora mancano.
L’albero di Natale, riempito di lettere provenienti da tutto il mondo, in ogni lingua e in ogni desiderio, è ancora acceso: sono passata a controllarlo perché mi avevi chiesto di fartelo vedere e avevo paura potesse essere già stato tolto. Per fortuna no. È ancora lì che ti aspetta.
Come me.
Sono arrivata presto, per non lasciarti da sola in una città che non conosci. Faccio un giro per negozi e, mentre attendo che arrivi, cerco un souvenir da regalarti e approfitto dell’orario anticipato per comprare i biglietti della metropolitana, per non perdere in fila il tempo prezioso che invece passerò con te.
Nel frattempo osservo le persone, è una cosa che mi è sempre piaciuta. In questo periodo Termini mi ricorda sempre una frase che ho letto tanto tempo fa: “Ho visto più amore in un aeroporto che in una chiesa”. E credo che oggi ci sarà più amicizia in questa stazione che in qualsiasi altro posto.
Mentre i miei pensieri corrono, esce il numero del binario dal quale arriverai. Mi catapulto ad aspettare il tuo treno, ti scrivo che sono lì davanti, tu mi dici che non vedi l’ora. Non vedo l’ora nemmeno io, ma inizio presto ad intravedere il muso del tuo treno che arriva e che si ferma.
Scende tanta gente.
Tra tutti ci sei tu con uno zainetto in spalla,
pronta a vedere Roma con me.
Ci abbracciamo, finalmente per davvero e poi ti porto a vedere tutto quello che vuoi. Fontana di Trevi brulica di turisti. Anche tu sei una di loro e, per un po’, ci fai sentire pure me. Gettiamo la moneta dei desideri. Fotografiamo i nostri visi felici mentre vediamo tutta Roma a piedi e mangiamo schifezze al McDonald per recuperare le forze. In fondo abbiamo vent’anni e, anche se domani potremmo avere mal di stomaco, non importa: oggi siamo insieme.
Ti porto al Pincio per vedere la città dall’alto. È bella e oggi lo sembra ancor di più. Intanto noi siamo contente e per un po’ penso che siamo belle anche noi, proprio tanto, proprio perché siamo felici: difficilmente si vede una persona brutta, quand’è felice.
La giornata è corsa veloce, troppo, e di cose ne abbiamo fatte tante, ma mai abbastanza. Finalmente ci siamo scambiate il regalo di Natale di mano in mano, finalmente ti guardo mentre lo scarti, finalmente non ci sono più né postini né corrieri a mediare nel mezzo del nostro legame.
A fine giornata ti riporto in stazione, ti porto a prendere quel souvenir di questa mattina. Ti dico di farmi sapere quando arrivi. Il tuo viaggio sarà lungo, ma l’importante oggi è stata la meta, la destinazione. Siamo state immerse nella gioia, ci siamo divertite e abbiamo sorriso tanto. È stato bello rendersi conto che insieme non c’era niente che avrebbe potuto distruggere quella felicità, anche se breve.
Ti riporto in treno, è proprio tempo di andare. Penso che stare insieme è proprio bello, perché parliamo oggi come se ci fossimo viste soltanto ieri, anche se la nostra amicizia è materialmente legata solo da una linea che va a sms, chiamate e gigabyte. Nel profondo lo so io e lo sai tu, che dietro c’è parecchio di più.
So che mi mancherai e sai che ti mancherò, ma ti saluto con la certezza che, quando ci rivedremo, anche se sarà passato tanto tempo, quel tempo non sarà mai troppo perché sarà sempre come se ci fossimo viste soltanto ieri.
E questa è una delle parti più belle di tutto quello che abbiamo.
Ciao, ciao, amica mia!
Martina Casentini
Disegno di Alberto De Vito Piscicelli