Dalle note alle parole: la musica classica come strumento di comunicazione
Lavorando ad òikos, il centro polifunzionale per persone con disabilità gestito dalla Cooperativa Sociale ParteNeapolis, socia del Consorzio Proodos, ho imparato a capire che alla comunicazione non c’è mai un freno e che può germogliare.
Col tempo, dopo aver fatto molte ricerche, vedendo la loro predisposizione per la musica e capendo le potenzialità di ogni singolo utente, ho iniziato ad impostare dei laboratori in cui le note e le parole si amalgamano, dando vita a pensieri, sensazioni ed emozioni.
La musica come terapia, dunque, che diventa lo stimolo primario ai fini di un cambiamento emotivo.
Dalla Romance n°2 di Beethoven a Creare l’amore
In questa giornata una delle ragazze, che ha dei disturbi depressivi, nel pulmino ha iniziato ad avere una crisi e per questo si era creato un clima teso tra i membri. Quindi ho aperto la seduta con un momento dialogico, in cui ho lasciato sfogare la ragazza e anche gli altri che si sono liberati dei loro pensieri.
Ho scelto la Romance n°2 di Beethoven, quindi ho fatto sedere i membri dove volevano, per creare un clima libero, e hanno ascoltato il componimento. Per avviare la condivisione delle emozioni ho scelto come tecnica metodologica quella del problem solving, in questo caso il non sentirsi accettati nella società. Perciò ho chiesto ai membri, dopo l’ascolto musicale, quali emozioni avesse suscitato in loro, cercando di esprimerlo con poche parole-chiave. Così ognuno di loro ha scritto o, per chi non sa o non può scrivere, ha detto le emozioni provate e hanno selezionato delle parole.
Tra le emozioni si è sottolineato una sorta di benessere interiore e ciò che più ha ricordato loro questo componimento era l’amore e il bene, l’aiuto e la solidarietà. Poi man mano hanno iniziato a comporre alcune frasi e dopo un lavoro di selezione e limatura è nata la loro poesia.
Creare l’amore
Costruisci un mondo
migliore con gli strumenti
puoi fare le note
dell’anima.
Per fare del bene
al prossimo.
Con la musica si può creare
l’amore.
Da Le quattro stagioni di Vivaldi a Un addio all’inverno
In questa giornata il clima tra i ragazzi era positivo ed era una delle prime giornate primaverili. Per questo ho deciso di condividere con loro il piacere che mi danno le giornate di primavera, in particolare ho deciso di partire dalla filastrocca di Rodari, preparandoli all’ascolto delle quattro stagioni di Vivaldi.
Ho fatto mettere i ragazzi divisi in gruppi da tre e hanno ascoltato il componimento. Ovviamente, non avevo il tempo necessario per farglielo ascoltare integralmente e perciò ho fatto ascoltare l’Inverno e la Primavera.
Per avviare la condivisione delle emozioni ho scelto come tecnica metodologica quella del Cooperative Learning. Perciò avevo diviso già i componenti in gruppi da tre, in particolare ho unito chi non sa scrivere a chi invece sì. Dopo l’ascolto musicale, ho chiesto sempre loro quali emozioni avesse suscitato il componimento; proponendo a chi non sa scrivere di trasmetterlo con dei disegni e chi sa scrivere, invece, di interpretare quei disegni a parole. I disegni più gettonati erano dei prati fioriti, anche se poi nelle loro frasi compariva anche l’inverno, ma come abbandono.
Man mano, guidati da me, hanno iniziato a comporre alcune frasi come fino al loro addio all’inverno.
Addio inverno:
Addio odore d’asfalto bagnato,
Addio rumore dei tuoni paurosi,
Addio candida e soffice neve
Che sfiori il viso.
Rinasce la primavera:
Ritorna il canto degli uccelli,
Ritorna il calore che riscalda il cuore
Ritorna il profumo dei fiori.
Come un pittore
Cancella il grigio
Risveglia i colori
nell’anima.
Dal Clair De Lune di Debussy a Un palloncino nel blu
Per i primi due esempi i partecipanti facevano parte del gruppo mattutino, questa volta, invece, vi parlo del gruppo pomeridiano in cui c’è un calo di attenzione, visto che i membri tornano da scuola. Quindi per prima cosa ho puntato a creare un clima rilassante facendogli raccontare della loro mattina seduti sul divanetto e proponendo un paio di ascolti musicali e il titolo Clair De Lune è stato quello più gettonato.
Ho fatto mettere i membri in cerchio e hanno ascoltato il componimento.
Per avviare la condivisione delle emozioni ho scelto come tecnica metodologica quella del Circle Time.
Dopo l’ascolto musicale, ci siamo messi in cerchio e ho chiesto sempre loro quali emozioni avesse suscitato il componimento e di appuntare sul foglio. Ciò che ha suscitato molto questo componimento è stata la malinconia, tutti hanno iniziato a parlare e insieme hanno creato questa piccola poesia:
Un palloncino nel blu
Bianco
Tagliando il blu
Vola:
Come il mio pensiero
Che dedico a te.
Da Ballade II a Come un fiore
Questa volta ho deciso di avviare a una pratica leggermente diversa, il gruppo è sempre quello pomeridiano. Prima di avviare l’ascolto ho spiegato loro il componimento, si tratta della Ballade II di Liszt.
Dopo si sono messi seduti su dei cuscini e hanno ascoltato il componimento.
Per avviare la condivisione delle emozioni ho scelto come tecnica metodologica quella del brainstorming. Dopo l’ascolto musicale, ho chiesto sempre loro quali suggestioni avesse suscitato il componimento e di appuntare sul foglio, fino a creare il loro piccolo componimento.
Come un fiore
Come un fiore avrò cura.
Aspetterò con pazienza:
germoglierai.
Insieme sorrideremo
Aperto il nostro cuore,
cullati sulla melodia
del nostro
amore.
Dall’auto-terapia alla terapia, la realizzazione dell’equilibrio emotivo.
Con questo laboratorio ho notato che tutti sono andati a migliorare la componente creativa, la soglia di attenzione e concentrazione; si sono placate ansie e paranoie; si è andato a creare un clima solidale e amichevole tra i membri del gruppo, aumentando l’empatia tra loro.
Voglio concludere questo articolo per sottolineare come una personale valvola di sfogo, quale la scrittura, unita a una passione per la musica – che mi accompagna da bambina, quando restavo affascinata dai carillon che producevano le composizioni di Beethoven – siano diventati un lavoro.
Un lavoro per il sociale sì, ma anche e soprattutto per me stessa.
Solo adesso mi sento di dire di aver raggiunto l’equilibrio emotivo che sempre ho rincorso.
Federica Auricchio