L’Ecclesia: Democrazia made in Atene
Già il termine Ecclesia dovrebbe trasportare le vostre menti ai “tiemp bell ‘e na vot” in cui la Grecia dominava culturalmente il mondo occidentale.
Ma che significato ha questo termine, ripreso poi dalla Chiesa Cattolica?
Letteralmente è l’assemblea popolare ateniese che votava a favore o contro nuovi decreti legge senza abolirne o promulgarne delle nuove, ovviamente sempre su proposta dalla βουλή (boulè) che aveva il compito di eleggere i magistrati e controllare l’operato dei nove arconti.
Non c’era bisogno di chissà quale importante titolo onorifico per aver voce in capitolo, l’unico requisito era quello di essere cittadino ateniese.
Il punto di ritrovo di questa grande massa era la collina ateniese denominata Pnice e qui la folla, a gran voce, optava per il sì o per il no.
Le votazioni avvenivano per alzata di mano, scrutinio segreto oppure per acclamazione. Ogni persona aveva pari diritti giuridici e diritto di parola.
Possiamo paragonare l’Ecclesia alla nostra moderna democrazia diretta: ovvero dove il popolo, nella maggior parte dei casi, decide il da farsi.
La folla ateniese la possiamo paragonare ai militanti dei vari gruppi politici che acclamano il loro leader però, a differenza dei loro antenati, non possono esercitare il potere legislativo che spetta al parlamento (eletto dal popolo stesso).
C’è chi sceglierebbe una democrazia diretta, come millantano vari leader populisti, e chi resterebbe fedele alla Costituzione facendo fede al voto dato durante le elezioni.
E tu, preferisci essere fedele alla legge Costituzionale oppure il cambiare tutto ed optare per una democrazia diretta stile ateniese?