(Non) si scherza con la letteratura: “i promessi sposi” come non li avete mai letti – Seconda parte
Cari lettori, vi ho lasciati sulle spine, ma è giunta l’ora di dare un prosieguo ai “Promessi sposi come non li avete mai letti”!
Eravamo rimasti alla sospetta ambiguità di Lucia…
Giunse il giorno del fatidico matrimonio, meglio conosciuto come “la notte degli imbrogli e dei sotterfugi”. La necessità aveva modificato i piani originari, riducendo la cerimonia ad un rito abbreviato assistito da pochi cari. La tensione nell’aria si poteva tagliare con un grissino, soprattutto nella nostra beneamata Lucia paonazza e gocciolante nel suo ampio abito nuziale. Mentre Don Abbondio, altrettanto agitato, recitava le consuete formule, Renzo tremava d’emozione e Lucia vagava con la mente altrove… mancava poco al momento cruciale.
Dall’altra parte del paese, protetti dall’oscurità della notte, si muovevano quatti quatti tre furfanti. Erano i bravi di Don Rodrigo che si stavano dirigendo a casa di Lucia. L’ordine era stato chiaro: sventare il matrimonio e rapire la donna. Posto un palo, entrarono uno ad uno, curandosi di non far rumore. Ma nella dimora c’era più buio e silenzio che all’esterno. Controlla una stanza, controlla l’altra, nessuno.
Griso: – “Qualcosa non quadra. Siete sicuri di aver capito bene gli ordini?”
-Sì signore sssì. – risposero gli altri due in coro.
-“E allor dunque, perché qui non c’è nessuno?”
Un attimo di esitazione… uno scambio di sguardi impanicati tra gli altri due…
-“Beh… però…a pensarci meglio, quando ci sono stati riferiti gli ordini eravamo un po’ distratti… c’erano davvero delle belle pollastrelle lì intorno…
-“Ah cani! Porci! Sciagurati! Noi bravi campiamo di servigi, non d’amore! Se finisco in rovina per voi, vi do in pasto ai vostri simili cani, lo giuro sul mio onore!”
Tremanti come foglie, i due colpevoli stavano con la coda tra le gambe e la testa bassa, cercando di ricordare le indicazioni esatte.
Finché :-“Capo, capo, supplichiamo perdono. Ricordiamo: non a casa di Lucia, ma a casa di Don Abbondio, è lì che dobbiamo andare.
-“Maledetti, faremo i conti dopo! Corriamo, il tempo incalza!”
E infatti, a casa di Don Abbondio…
-“Vuoi tu Renzo Tramaglino prendere Lucia Mondella come tua legittima sposa, amarla e onorarla finché morte non vi separi?”
-“Sì, sì sopra ogni cosa, lo voglio!” esclamò fermamente Renzo con le lacrime agli occhi.
-“Vuoi tu Lucia Mondella…?”
La bell’anima non recepiva più una sol parola,disperata, intenta com’era a cercare una soluzione lampo. Il matrimonio non si doveva fare! Destatasi dai suoi pensieri, si ritrovò gli occhi di tutti puntati addosso.
-“Allora, Lucia Mondella vuoi tu..?”
Un urlo, un tonfo e cadde come corpo morto cade. Vecchia furbizia lo svenimento strategico!
Vi lascio immaginare il panico generale dei presenti, che ingenuamente presero l’espediente per un eccesso di emozione. Mentre si tentava di rianimare Lucia che, badate bene, avrebbe meritato un oscar all’interpretazione; i Bravi galoppavano.
All’improvviso, un forte rumore. Sbam! Con un calcio il Griso spalancò la porta e irruppe nella stanza dove erano tutti riuniti, seguito dai suoi scagnozzi. Putiferio. Si delineò una scena tragicomica: donne urlanti accovacciate a terra invocavano Dio, imitate da un paio di giovanotti coraggiosi che si nascondevano dalla vergogna, il Super Don all’attacco mostrava già i suoi pugni di ferro, spalleggiato da un Renzo furente. E intanto la “salma” di Lucia giaceva abbandonata, facile preda.
Don:-“ Empi! I miei avvertimenti non sono stati sufficienti? Come osate! Dio vi punirà peccatori, ma prima ci penserò io.”
Così parlato, sferrò un gancio a vuoto contro il Griso che lo aveva evitato agilmente. Immediato arrivò il soccorso di Renzo, bloccato alle spalle da un altro dei bravi. Mentre i quattro si azzuffavano per le feste, dando spettacolo davanti agli invitati spaventati che tifavano per i loro, nella confusione, nessuno si era accorto che Lucia si era risvegliata e stava sgattaiolando via con il terzo nemico. Non notarono neppure i cenni d’intesa per cui i Bravi, che avevano avuto la meglio, d’un tratto girarono i tacchi e se ne andarono. Quando i due sconfitti e tutti gli altri, ripresisi dal trambusto, si guardarono intorno alla ricerca di Lucia, si resero conto che era scomparsa. Si gettarono in strada all’inseguimento, ma ormai erano già troppo lontani. Renzo scoppiò in un pianto disperato. Dove l’avevano portata? Non si sarebbe dato pace fin quando non l’avrebbe ritrovata. Ovviamente neanche per scherzo qualcuno sospettò la verità dei fatti!
Trionfanti i fuggitivi arrivarono a destinazione, compiacendosi per tutto il tragitto della facilità dell’operazione. Portarla subito da Don Rodrigo sarebbe stato pericoloso, perciò era stato disposto di rifugiarsi presso il castello di un signorotto suo amico, l’Innominato.
-Benvenuta Lucia, sentitevi pure la padrona, nell’attesa del vostro amato.
-Vi ringrazio Signore. Oggi ho temuto di essere condannata per sempre. Misera è la condizione di noi donne, schiave di voleri superiori finanche nell’amore. Renzo è un brav uomo, ma io amo il mio Rodrigo (che tra l’altro, non certo per convenienza, è un miglior partito). Renzo e mia madre dovranno farsene una ragione, nel frattanto, non mi resta che allontanarmi dal paese per sfuggire all’ignominia di una donna che ha osato trasgredire gli ordini. Non mi sento in colpa per quello che ho fatto, è assurdo non poter essere padroni della propria vita.
L’Innominato fu colpito dalle dolceamare parole di quella figura angelica dalla parvenza umile e dimessa, ma dagli occhi infiammati di passione e malizia. Mai aveva visto donna più affascinante. Scacciò il pensiero.
-Mia cara, seppur uomo, posso ben comprendervi. Gertrude, vieni! Vedete, lei era stata rinchiusa contro natura in un convento, da questo triste destino io l’ho sottratta, come non ha importanza. Abbiamo peccato contro Dio e contro la pubblica opinione, ma per una buona causa: l’amore e la libertà.
Passarono così una piacevole serata a banchettare, a raccontarsi storie e a filosofare sotto i fumi del vino. L’indomani Don Rodrigo sarebbe finalmente arrivato.
Se pensate che sia finita, vi sbagliate, sarebbe troppo scontato! La fantasia del lettore va stuzzicata, ed è per questo che vi rimando alla prossima puntata dei Promessi Sposi 2.0. Divertitevi a creare la vostra storia, però non dimenticate mai la bellezza e l’importanza dell’originale che merita di essere letto o riletto.
A presto
Giusy D’Elia
Disegno di Enza Galiano