Nuovo anno, nuovo inizio
È finalmente arrivato: è mattina e questo è il primo raggio di sole di questo nuovo anno che illumina la mia stanza buia.
C’è chi, a quest ora, è ancora tra le braccia di Morfeo, a causa delle ore piccole fatte ieri sera, e chi invece già ha aperto gli occhi dopo soltanto due ore di sonno, chi freme dalla voglia di andare a vedere questo nuovo anno, mentre il resto del mondo dorme.
Mi succede così tutti gli anni, mi sveglio mentre tutti ancora dormono ed il primo pensiero è sempre lo stesso: chissà cosa mi porterà questo nuovo anno?
Forse un nuovo inizio.
Nuovo calendario da attaccare al muro.
Nuova agenda da portarsi dietro, sulla quale scrivere tutti i millemila impegni (o forse i millemila pensieri?) che ci riempiranno le giornate.
Siamo già tutti pronti a scrivere male la data per i prossimi tre mesi, pronti a rimanere attaccati all’abitudine di quell’anno scritto all’angolo destro del quaderno come ci ha insegnato la maestra alle elementari, pronti a correggerlo, a farlo diventare uno nuovo ogni mattina, quest’anno anche con molta più fatica del precedente: i numeri da cambiare sono due.
Già è tutto organizzato per il pranzo tutti insieme, dopo una serata passata a far festa, un pranzo che diventerà cena e che porterà quasi alla fine di tutte queste feste. Tradizione vuole che il primo dell’anno si passi con le persone alle quali si vuole più bene perché, come si dice, chi sta insieme a Capodanno sta insieme anche tutto il resto dell’anno.
Non tutti sono fortunati, certo, e non tutti sono pronti a far di nuovo festa bensì preferiscono dormire tutto il giorno; ma una cosa che, inesorabilmente, forse ci tiene legati tutti senza distinzioni è la speranza, il desiderio che questo nuovo anno possa portarsi via il dolore lasciato dal precedente e che possa mettere al suo posto qualcosa di speciale, qualcosa di bello, qualcosa di migliore.
Un nuovo calendario, dunque, ma soprattutto un nuovo inizio.
Il calendario cambia, gettiamo via il precedente con un po’ di nostalgia, rendendoci conto che in fondo anche lui ci ha lasciato qualcosa di bello. Ma fremiamo dalla voglia di far correre quello nuovo, di farlo lavorare e di lasciarci stupire da quello che potrebbe accadere.
In fondo, cambia ben poco: se ci pensiamo con razionalità questo giorno non è altro che il giorno dopo di ieri e quello prima di domani, è un giorno come tutti gli altri ma, anche se siamo il Grinch del Capodanno, non possiamo fare a meno di credere che, in questo domani, possa accadere qualcosa che non ci era mai accaduto, qualcosa di talmente nuovo da farci chiedere perché ci abbia messo così tanto ad arrivare, qualcosa che l’anno prossimo ci farà ricordare quest’anno come quello che ci ha regalato la magia di qualcosa che non aspettavamo più ma che forse, proprio perché è arrivata, ci meritavamo davvero.
E tu, chiudi un po’ gli occhi, cosa desideri da questo nuovo anno?
Shhh, non voglio saperlo, tienitelo per te. Come scrisse Ernest Hemingway, le cose belle non vanno mai dette ad alta voce, altrimenti non si avverano.
Buon anno!
Martina Casentini
Vedi anche: Cinque curiosità sul Capodanno cinese