In ogni storia che si rispetti c’è un buono, un cattivo ed un animale
In ogni storia che si rispetti, il protagonista o è affiancato da un animale o lo è lui stesso.
No, non mi riferisco a Gregor Samsa ma a quelle storie che ci accompagnano fin da bambini.
Perché in Alice nel Paese delle Meraviglie c’è un coniglio che va di fretta? E perché il prode cavaliere deve sempre combattere un drago? Non può vedersela, che so, con uno studente sotto esame? Da cosa nasce, poi, la storia che i gatti neri portino male?
L’uomo ha sempre inventato storie per sopravvivere alla dura realtà.
Da tempi immemori, si raccontano avventure di eroi ed eroine che hanno compiuto imprese straordinarie.
Alcune di queste storie sono diventate capisaldi della letteratura antica e moderna, altre ci venivano lette per farci addormentare ed in ognuna di queste non poteva mancare un elemento della fauna.
Cenerentola è circondata da topi, Biancaneve da tutto il bosco e Jafar va girando con un pappagallo dal nome shakesperiano che è tutto un programma.
Ma c’è qualche significato dietro alla scelta di questi animali, per così dire, da compagnia?
Prendiamo uno dei personaggi più emblematico di Alice nel Paese delle Meraviglie, tanto amato quanto odiato: il Bianconiglio.
Che rapporto può mai avere questo animale col tempo? Non ho mai visto un coniglio avere fretta.
Si ritiene infatti che le avventure di Alice rappresentino in realtà la lotta contro il tempo, dove razionalità e immaginazione si scontrano sempre in quello che è il cammino verso il diventare grandi e l’età adulta.
Il Bianconiglio rappresenterebbe in un certo qual modo lo scorrere del tempo, o il nostro rapporto con esso.
Mentre Alice cerca di capire cosa le stia succedendo intorno, il Bianconiglio va troppo di fretta per poter capire cosa dice Alice.
Alcune ipotesi recenti hanno visto nella figura del Bianconiglio l’arrivo di un evento inaspettato che porta alla comprensione di una realtà superiore che scardina in un sol colpo tutte le convinzioni della vita.
Seguire il coniglio bianco, insomma, vuol dire far caso ai piccoli eventi apparentemente insignificanti e vedere aprirsi davanti agli occhi una nuova realtà, un “Paese delle Meraviglie”.
C’è poi un altro animale, questo più mitologico, sempre presente nelle fiabe: il drago, un evergreen immancabile come i canditi nel panettone.
Cosa significa davvero il drago?
Al di là del dinosauro sputa fuoco che protegge la torre in cui la principessa è tenuta in ostaggio, il drago rappresenterebbe secondo la psicologia moderna le paure che il cavaliere deve combattere.
Il drago non sarebbe altro che la proiezione dei demoni interiori che il cavaliere deve imparare a combattere o a controllare, senza però uccidere.
Uccidere il drago significherebbe uccidere se stesso, e poi chi la salva più la bella principessa?
A proposito di animali considerati pericolosi, non potevamo non raccontare del perché i gatti neri vengano ritenuti creature demoniache.
Perché proprio loro e non i cani bianchi o i criceti pezzati?
Secondo un’antica credenza medievale, i gatti neri accompagnavano le streghe in quanto animali del Demonio se non personificazione dello stesso e frequentavano le eretiche perché si sa, streghe e Demonio andavano a braccetto.
Numerosi gatti neri sono stati arsi sul rogo insieme alle loro padrone e molto probabilmente la mancanza di gatti ha favorito il girovagare dei topi, noti portatori di quella malattia che ha sterminato mezza Europa nei secoli bui: la peste.
Un’altra leggenda legata ai gatti neri è quella che li vede impegnati nella caccia ai topo sulle navi dei pirati e dunque, vedere un gatto nero girare per la città voleva dire che i pirati avevano attraccato. Ed erano guai.
Nonostante ad oggi la superstizione attorno ai gatti neri sembri essere diminuita, numerose sono ancora le persone che cambiano strada quando vedono un gatto nero o che quando quest’ultimo gli attraversa davanti, ti spingono in avanti con un lapidario “passa prima tu”.
Maria Rosaria Corsino