Letizia Battaglia, la prima in un mondo di uomini
Letizia Battaglia, fotografa palermitana di 84 anni: una vita a rincorrere i suoi sogni e a raccontare quelli degli altri, anche se infranti. La prima a farsi strada in un mondo tutto al maschile.
In mostra ai Magazzini Fotografici fino all’8 marzo.
Non è una donna che la manda a dire, Letizia Battaglia (appunto). Buona parte della vita spesa a trovare un dispositivo adatto ad esprimersi ed il resto ad inseguire i suoi sogni, senza mai tradire se stessa.
La sua storia comincia con il rientro in Sicilia dopo la guerra, quando si infrange il sogno di essere una persona libera ed il mondo un posto bello. All’età di sedici anni, per sfuggire alla prigione che era la sua casa, decide di sposare un uomo più grande a cui è legata, ma che non ama. Ancora non sa, ma sente, di essere incappata in una storia che non vuole sia la sua.
A 37 anni non può più sfuggire ai fantasmi. È abbastanza matura per guardarli in faccia e sa che, seppure con paura, deve prendere in mano la sua vita.
Trova la forza nell’unica certezza, che da tempo aveva messo in un cassetto: la scrittura. Si propone come giornalista per una testata di Palermo, per poi trasferirsi Milano.
La fotografia e tutto ciò che segue sono solo un incontro con il destino.
Se pensate, però, che sia stato facile farsi strada negli anni ‘70, in un mondo abitato da soli uomini, come quello del giornalismo, state valutando i fatti con estrema leggerezza.
Palermo, una città fermamente arroccata nelle sue convinzioni, soprattutto riguardo alle donne, in uno dei momenti più bui che l’Italia abbia mai vissuto: anni di piombo, mafia, corruzione, complotti, processi. Un’Italia che lei sceglie di fotografare, senza filtri, per amore di informazione.
A tu per tu con un gruppo di ragazzi palermitani, durante il programma tv Ragazzi contro di Daniele Piervincenzi, Letizia sottolinea il peso di una scelta e la direzione che essa dà alla vita: “da un anno a trentasette non ho fatto un cazzo. Poi mi sono voluta bene perché ho trovato un modo per esprimermi, per raccontare me stessa facendo bene, bene, quello che dovevo fare”.
La fotografia diventa il suo modo di raccontare il mondo, che ama e odia. Fonda a Palermo l’agenzia “Informazione Fotografica” con Franco Zecchin, ma l’impegno civile la porta ovunque.
Non smette mai di mostrarci la sua Sicilia in bianco e nero, con immagini che parlano di una terra straziata dall’attività mafiosa, e per il talento e la passione che la muovono, ritroviamo Letizia al servizio di cause diverse: questione femminile, problemi ambientali, diritti dei carcerati.
La sua energia innovatrice la possiamo scorgere nelle sue parole quando, ricordando i reportage di mafia, afferma “non era sufficiente fare delle fotografie, sapevamo di dover fare di più. Non eravamo prudenti, non ci interessava”.
La fotografia per Letizia Battaglia è un modo per difendere ciò che ha e per rendere le persone consapevoli, ma anche per riprendersi ciò che le è stato tolto: la libertà di bambina e di donna.
Nei suoi scatti, come lei con amara ironia afferma, gli uomini sono sempre morti o dietro le sbarre; protagoniste sono le donne. Non è femminismo quello di Letizia (seppure riconosce il valore di alcune loro battaglie, non è mai stata una di loro a pieno titolo), ma una forma di solidarietà, forse, o semplicemente una via per leggere, negli occhi delle altre, la paura ed il coraggio che hanno illuminato i suoi.
Prima fotogiornalista in Italia, il New York Times la definisce “una delle 11 donne che hanno segnato il nostro tempo”.
Magazzini Fotografici, uno spazio situato nel cuore di Napoli, ha deciso di dedicarle una mostra che resterà esposta fino all’8 marzo 2020. Una selezione di stampe vintage che rappresentano parte della sua ricerca fotografica: foto storiche, giornalistiche, ritratti femminili.
Rosaria Vincelli