Sanremo2020: dateci più trash o spegniamo la TV
L’una e mezza, è trascorsa la prima serata del Festival di Sanremo2020.
ATTENZIONE: questo articolo è molto ironico e soggettivo, prende in esame personaggi e storielle, non la musica, quella la lascio a Claudio Palumbo perché il mio mestiere è il trash.
Speravamo in qualcosa di più trash, devo dire, invece il Festival si è dimostrato abbastanza sobrio e, direi, a tratti noioso.
Ma ci stiamo solo riscaldando.
Tutto il web si è pronunciato e io mi trovo d’accordo sul momento topico della serata: la smutandata di Achille Lauro che non solo si dimostra il solito big performer, ma lancia un enorme messaggio che tra il gender fluid ed effettivamente il “Me ne frego”.
Al secondo posto del grande amore trash, troviamo Al Bano che rischia quest’anno di deludere tutto il coro dell’Armata Russa perdendo la mobilità di una gamba e poi di una tonsilla che la nonna di Diletta Leotta si è vista arrivare in fronte.
Rita Pavone ritorna in gara portandoci indietro ai tempi in cui pensava che Greta Thumberg fosse una rettiliana e canta qualcosa che è situato sulla sottile linea tra noia ed energia, se quella linea esiste. Da valutare e soprattutto da ricordare nei prossimi anni, quando Irene Grandi diventerà anziana fondendosi con lo spirito di Rita Pavone, generando l’ibrido Irene Pavone.
Una bella canzone delle Vibrazioni si conquista il primo posto del podio della serata, assolutamente da riascoltare con lucidità, segue Elodie con un ritmo scoppietante e che, però, ci fa sentire la mancanza di Mahmood, infine Diodato che è un nì.
Insomma, non sono mancate le risate che da molto, ormai, corredano il Festival e che si riconfermano nel 2020. Ormai è un po’ una tradizione guardare il Festival e commentare cose che non ci competono minimamente con sarcasmo. Quello che però dobbiamo dire è che questo Festival2020, a discapito delle mille polemiche che si sono già susseguite, possiede un corredo di artisti interessanti, la curiosità al primo posto per far ascoltare al grande pubblico qualcosa di più nuovo e scoppiettante.
Le conduttrici, recuperato il fiato per la corsa dopo essere state un passo dietro Amedeus e, per questo, a rischio ritardo per la prima serata, si sono dimostrate piacevole con alti e bassi di Diletta Leotta che appare poco spigliata e insicura, ma l’Ariston non è un palchetto, magari il rodaggio le farà bene. La coppa dei campioni di stasera va a Rula Jebreal. Rula ha il coraggio di portare in televione, al più grande evento italiano canoro dell’anno, l’intimità del dolore, un plauso che, magari, giungerà anche alle orecchie dei più sordi.
Amadeus è se stesso la notte di Capodanno, nulla di più, Fiorello, purtroppo, è ridondante e petulante soprattutto nella lettura della classifica finale e noi stiamo aspettando ancora di capire se Bugo è un cantante oppure un errore di trascrizione commesso da Malgioglio.
Morgan stasera non ha parlato del suo mutuo, ed è già qualcosa, Riki e Alberto Urso non lo so perché dopo trenta secondi mi sono annoiata e sono fuggita.
Anastasio non è attualmente commentabile per me, quando lo ascolto penso solamente a quanto la vita sia strana, un giorno quel ragazzo camminava nei corridoi del mio Liceo, era nella guardiola durante l’occupazione e scriveva delle belle poesia e il giorno dopo canta a Sanremo. Mi sento vecchia e quindi fingerò che Anastasio non esista per evitare di ricordarmi che a ventiquattro anni, i miei fratelli mi dicano:- Ai tuoi tempi-.
Marco Masini è un no comment in senso ampio, non ricordo nulla di trash né nulla della sua canzone, forse dovrò applicarmi di più.
Gualazzi è semplicemente stato scongelato, come ogni anno, come ogni Michael Bublé a Natale, come Rita Pavone nel 2060.
Benedetta De Nicola