Al posto giusto al momento giusto, di Gigi e Ross e Oreste Ciccariello
Al posto giusto al momento giusto, libro e cortometraggio nati dalla collaborazione tra Gigi e Ross e Oreste Ciccariello, edito da rogiosi, il 17 febbraio scorso è stato presentato al teatro Acacia di Napoli.
Alla presentazione hanno partecipato, oltre agli autori del libro, il magistrato Catello Maresca, che ha firmato la prefazione del libro, Alessandra Clemente, assessore del comune di Napoli ma anche parente di una vittima bianca di camorra; il generale dell’Arma dei Carabinieri Maurizio Stefanizzi; Davide Estate, fratello di Maurizio e presidente dell’associazione antiracket Vomero/Arenella; i familiari di Luigi Sequino, e Paolo Castaldi, vittime bianche di camorra; i protagonisti del cortometraggio Rosaria De Cicco, Cristiano Di Maio, Mirko Ciccariello, Elisabetta Mirra. Ad incontrare i protagonisti e gli autori di Al posto giusto al momento giusto c’erano, inoltre, 800 ragazzi provenienti da scuole secondarie di primo e di secondo grado di Napoli e provincia.
Delle vittime bianche, di quelle persone che cadono per una morte vile e beffarda perché puramente casuale e priva di una ragione, quello che ci si ritrova spesso a dire è che queste vittime erano “nel posto sbagliato, al momento sbagliato”. Eppure, la morte li ha colti all’improvviso e per caso nel loro quotidiano vivere, nel normale scorrere del loro tempo, nel naturale fluire della loro vita: tornando a casa con i bambini, sullo scooter con gli amici, al distributore di benzina, in strada scambiando una chiacchiera. Quelle persone allora erano tutt’altro che al posto sbagliato, al momento sbagliato: sbagliata era la loro morte, sbagliati erano il modo, le circostanze, le intenzioni che hanno armato le mani dei loro assassini. Le vittime, nel momento in cui i proiettili le hanno raggiunte, stroncando le loro giovani e innocenti esistenze, si trovavano esattamente al posto giusto al momento giusto. Il libro e il cortometraggio da esso tratto hanno il compito doveroso e necessario di denunciare le ingiustizie, di trattenere la memoria delle vittime, di onorarle, ma soprattutto di sollevare una volta per tutte le vittime da una sorta di più o meno tacita corresponsabilità: la responsabilità di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato, di essersela cercata, di aver contribuito in qualche modo, consapevole o inconsapevole, alla loro morte. Le vittime bianche trovano la morte anche dopo la morte ogni volta che qualcuno minimizza, mente, mette in dubbio, altera o nasconde la verità, accusa, calunnia. Una simile sorte hanno avuto le vittime scelte dall’autore, tra le centinaia che la camorra ha mietuto, come paradigmi di una morte iniqua e infame. La voce narrante di Francesco Pannofino racconta le storie di Annalisa Durante, usata come scudo dal promesso boss Salvatore Giuliano e morta, la sera del 24 marzo 2004, per un colpo di arma da fuoco che le ha trafitto un occhio a soli 14 anni; di Gigi Sequino e Paolo Castaldi, scambiati per uomini del clan Lago e uccisi, il 10 agosto del 2000, mentre per strada progettavano un viaggio in Grecia; di Genny Cesarano, 17 anni, vittima di una “stesa” nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2015, mentre con gli amici cercava di trattenere con le unghie quegli ultimi giorni d’estate prima dell’inizio della scuola; di Silvia Ruotolo, mamma trentanovenne, che, l’11 giugno del ’97, torna a casa con il suo bambino e, raggiunta da un proiettile alla tempia, muore sotto gli occhi dei suoi figli; di Maurizio Estate che, il 17 maggio del ’93, paga con la morte l’affronto fatto a Luigi Ragosta e Giacomo Bendinelli: l’aver sventato una tentata rapina ai danni di un agente immobiliare.
Queste cinque storie sono solo cinque delle centinaia di storie di camorra. Il libro, a testimonianza della strage perpetrata ogni anno dalle mafie, si conclude con una lunghissima lista dei nomi delle vittime di mafia. Trentasei pagine di nomi, dal 1893 al 2016: una lista purtroppo in continuo aggiornamento.
Valentina Siano