Pac-Man: l’icona dei videogame
1980: ti trovi in una sala videogiochi, inserisci la moneta alla scritta “insert Coin” e appare una pallina gialla inseguita da fantasmini, il tutto accompagnato da una musichetta orecchiabile.
Hai già capito vero? Sto parlando di Pac-Man, il re dei videogiochi “arcade”, le cosiddette “macchinette a gettoni”.
Le regole sono semplici.
Muovi la pallina gialla nel labirinto mangiando i pallini ed evitando di farti catturare dai fantasmini.
Al lati del percorso sono presenti quattro pillole speciali che rovesciano la situazione e ti permettono di mangiare gli antagonisti.
Completato il livello si passa al successivo, identico nella struttura ma con maggiori difficoltà.
Le origini di questo amatissimo gioco sono molto bizzarre.
Alla fine degli anni ‘70, Tōru Iwatani era a cena con amici e, guardando una pizza alla quale era stata tolta una fetta, ebbe un’idea geniale.
Il 22 maggio 1980, la Namco ed un team di tecnici, diedero alla luce il famoso videogioco.
Dal 10 maggio circolò in Giappone con il nome di Puckman, che significa appunto “aprire e chiudere la bocca”, ma, una volta arrivato negli Stati Uniti, fu cambiato in Pac-Man, a causa dell’assonanza con una parolaccia inglese.
Nello stesso anno fu presentato all’Amusement and Music Operators Association a Chicago e venne definito “troppo carino per avere successo”.
Ovviamente queste parole furono smentite quasi subito poiché la Namco vendette più di 300000 macchinette insieme a gadget e pupazzetti dell’icona.
Come in tutti i grandi progetti, però, anche questo aveva delle pecche iniziali.
Nelle prime versioni, infatti, i fantasmini dovevano seguire uno schema preciso e il gioco risultava fin troppo semplice.
Così, i programmatori, inserirono delle modifiche dando una personalità ed un nome ad ogni fantasmino.
Blinky è il più aggressivo e cerca sempre di raggiungere Pac-Man.
Pinky è l’unica femmina dei quattro, meno aggressiva ma più veloce.
Inky è il più intelligente e cerca di bloccare il protagonista in ogni tunnel.
Clyde è quello stupido e molto lento. Esegue movimenti casuali e talvolta inutili.
Questi divennero famosi quanto l’icona principale, affiancandola addirittura in serie animate.
Il videogioco si diffuse rapidamente in Occidente e, per il terzo anniversario, nel 1983, in alcune città degli Stati Uniti fu festeggiato il “Pac-Man Day”.
Per tutto il periodo ebbe un grandissimo successo.
Magliette, pupazzi, lenzuola, tazze.
Insomma, il personaggio divenne popolare sia nell’ambito dei videogame che fuori.
La moda veniva anche chiamata “Pac-mania”.
Oggi è un’icona mondiale e centinaia di videogiochi lo ripropongono come protagonista o comparsa.
Ma perché tutto questo successo?
Sono state avanzate diverse ipotesi al riguardo.
Oltre alla facilità di gioco, è stato importante il tema non violento, in un periodo in cui i videogame erano quasi sempre dominati da astronavi, raggi laser e soldati.
Per riuscire a superare i livelli è sufficiente l’intelligenza e i riflessi pronti, altro punto a favore.
Insomma, questa è la storia dell’icona più famosa dei giochi arcade che ha accompagnato infanzia ed adolescenza di tutti noi.
Adesso scappo che mi è venuta una gran voglia di rigiocarci!
Martina Maiorano