Arte & Cultura

Baci d’autore

Nonostante io abbia scelto, per temprare il mio spirito, di trascorrere una quarantena stoicamente solitaria e nonostante io fossi, già in tempi non sospetti, una fan del dolce far niente condito con della sana solitudine, devo dire che, quello che è mancato forse più di tutto in questa quarantena è il contatto, il tocco di una persona cara.

E visto che decreti e prescrizioni varie vietano ancora tassativamente qualunque contatto per scongiurare il contagio, allora è il caso di sfogliare le pagine di un libro e di rivolgersi a degli esperti nel settore “contatti umani”. 

Si, perché se penso all’estasi di un bacio non posso non pensare alle parole di Foscolo, se penso al languore di una carezza non posso non ricordare gli amplessi di Lady Chatterly, se penso alla sensualità di un respiro nella bocca dell’amato non può che venirmi in mente D’Annunzio.

Allora, pensando di farvi cosa gradita, ho preso in prestito le parole e le immagini dei miei scrittori preferiti per regalarvi qualche bacio d’autore.  

Se c’è un personaggio capace di rendere erotiche persino le complicate vicende storiche dell’Italia pre-risorgimentale, quello è di sicuro Jacopo Ortis. In Jacopo c’è tutta la passione e il forte sentire del suo autore, tutta la drammaticità e pathos del momento storico, tutto il lugubre fascino della morte che, come un magnete, lo attira.

Ma in un romanzo, come quello di Foscolo, rapido ed intenso un solo momento di tregua da se stesso, dagli eventi e dal desiderio di morte Jacopo lo vive grazie ad un bacio di Teresa, la donna che ama ma che non può avere.   

14 Maggio, a sera

[…] Teresa giacea sotto il gelso – ma e che posso dirti che non sia tutto racchiuso in queste parole? Vi amo. A queste parole tutto ciò ch’io vedeva mi sembrava un riso dell’universo: io mirava con occhi di riconoscenza il cielo, e mi parea ch’egli si spalancasse per accoglierci! deh! a che non venne la morte? e l’ho invocata.

Sì; ho baciato Teresa; […] Gli elementi e gli esseri esultavano nella gioja di due cuori ebbri di amore – ho baciata e ribaciata quella mano – e Teresa mi abbracciava tutta tremante, e trasfondea i suoi sospiri nella mia bocca, e il suo cuore palpitava su questo petto: mirandomi co’ suoi grandi occhi languenti, mi baciava, e le sue labbra umide, socchiuse mormoravano su le mie – ahi! che ad un tratto mi si è staccata dal seno quasi atterrita: chiamò sua sorella e s’alzò correndole incontro.

Io me le sono prostrato, e tendeva le braccia come per afferrar le sue vesti – ma non ho ardito di rattenerla, né richiamarla. […] Ahi mio cuore codardo! – Me le sono accostato tremando. – Non posso essere vostra mai! – e pronunciò queste parole dal cuore profondo e con una occhiata con cui parea rimproverarsi e compiangermi. (Foscolo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis) 

Se vogliamo passare dai baci casti di Jacopo e Teresa a qualcosa di più carnale, allora è il caso di rivolgerci a D’Annunzio.

Non c’è opera di D’Annunzio che non trasudi sensualità, e ne Il piacere la sensualità diventa il filo conduttore dell’intera narrazione nonché della vita stessa del personaggio. Andrea Sperelli, l’esteta per eccellenza, nel tentativo di fare “della sua vita un’opera d’arte” rimane invischiato nella magnetica sensualità di Elena Muti. In un incontro nella camera da letto di lei, fiaccata da una malattia, da un casto baciamano sotto un crocifisso si sprigiona una voluttà che D’Annunzio si diverte a rendere quasi sacrilega. 

― Mi piaci! ― ripeteva Elena, vedendo ch’egli la guardava fiso nelle labbra e forse conoscendo il fascino ch’ella emanava con quella parola.

Poi tacquero ambedue. Luno sentiva la presenza dellaltra fluire e mescersi nel suo sangue, finchè questo divenne la vita di lei e il sangue di lei la vita sua. Un silenzio profondo ingrandiva la stanza; il crocifisso di Guido Reni faceva religiosa lombra dei cortinaggi; il romore dellUrbe giungeva come il murmure dun flutto assai lontano.

 Allora, con un movimento repentino, Elena si sollevò sul letto, strinse fra le due palme il capo del giovine, lattirò, gli alitò sul volto il suo desiderio, lo baciò, ricadde, gli si offerse. (D’Annunzio, Il piacere)

Per inserire foto all’interno del testo: QUI VA LA FOTO Baci d’autore interna 

Se poi dai baci sacrileghi e voluttuosi di Andrea ed Elena vogliamo passare ad immagini più erotiche ed esplicite allora quello che ci serve sono le atmosfere lussuriose ed estatiche di Lawrence.

Connie, la cui vitalità è stata gradualmente spenta da un marito, Clifford Chatterly, arido e impotente, conosce per la prima volta l’amore e la passione amorosa negli amplessi del guardiacaccia Mellors. Nella brutale semplicità del guardiacaccia Connie troverà quello che ha sempre desiderato: l’amore, l’estasi, un figlio.

Il volto di Mellors appariva pallido e privo di espressione. Era il volto di un uomo che si stava sottomettendo al proprio destino. — Si stenda qui — disse piano. Poi chiuse la porta e fu buio. Buio completo. Connie non poteva fare altro che obbedirgli. Obbedirgli di unobbedienza strana, magica. Poi sentì la mano di lui, quella mano morbida, brancolante di desiderio.

Le toccava il corpo, cercava il volto. Trovò il suo viso e fu una carezza morbida, piena di infinita cura, una carezza che le diede una profonda sicurezza. Poi fu un bacio, dolce, sulla guancia. Connie rimase quasi immobile, come se stesse dormendo, come se stesse sognando. […]

Poi, tremando anche lui di un piacere profondo, le toccò il corpo nudo e tiepido. Un bacio leggero sullombelico. Mellors sentì di non potere indugiare oltre. Doveva entrare subito in lei, penetrare la pace terrestre di quel corpo morbido in attesa. Fu un istante di pace pura. Listante nel quale entrò nel corpo di lei. (Lawrence, Lamante di Lady Chatterley)

Nell’attesa di baci veri, non ci resta che cercare l’amore nelle parole dei grandi classici della letteratura. Buona lettura!

Valentina Siano

Vedi anche: Furono baci e furono sorrisi, poi furono soltanto i fiordalisi

Valentina Siano

Valentina Siano, classe ’88, professoressa per amore, filologa per caso. Amo la scrittura come si amano quelle cose che ti riescono al primo colpo, non sapresti dire bene come. Scrivo di cultura e spettacolo perché amo il cotone verde del mio divano e il velluto rosso dei sediolini dei teatri. Leggo classici, divoro serie, colleziono sottobicchieri. Sono solo all’inizio della mia scalata alla rubrica gossip di Vanity Fair.

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