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Òikos, dare e ricevere: due facce della stessa medaglia

Oggi vi parlerò degli ultimi laboratori – quello di movimento, cucina e pasticceria, riciclaggio – che Òikos* ha rimodulato per continuare a proseguire, anche in quarantena, gli obiettivi posti all’inizio dell’anno con la riapertura dopo le vacanze estive.

Ho usato la parola “rimodulato” non a caso, proprio perché significa, per l’appunto, organizzare secondo un nuovo schema. Infatti, i laboratori di cui vi parlerò oggi sono quelli dei miei due colleghi, Davide Grenni e Pasqua Santaniello, che hanno ripreso la progettazione che si erano dati ad inizio anno e l’hanno rimodulata adattandosi alle nuove necessità.

Parto da Davide che è uno sportivo e allenatore di calcio, infatti, al Centro, aveva avviato un laboratorio di movimento che non si è interrotto con la quarantena; facendo in modo che i ragazzi non perdano confidenza con lo sport e resti parte delle loro abitudini, cosicché, al ritorno, non si sentiranno fuori luogo. 

Perciò, sia tramite video-tutorial che videochiamate, Davide ha avviato dei mini-corsi di ginnastica dolce, alternando movimenti più cardiovascolari a quelli di stretching e posturali, per includere tutti.

Esercizi pensati per ognuno di loro, affinché tutti arrivino a concludere i movimenti senza troppi sforzi, come delle flessioni con ginocchia  e avambracci a terra, più leggere, o anche addominali semplici.

Anche Pasqua sta continuando a distanza dei laboratori per potenziare tutte le attività fatte al Centro.

Partiamo dal laboratorio di cucina e pasticceria complementare a quello della volontaria del servizio civile e pasticciera Virginia Cuciniello.

Infatti, mentre Pasqua punta soprattutto sugli impasti – come quello della pizza – che hanno ripercussioni terapeutiche, visto che richiedono molta manualità e attivano le abilità di ognuno e la preparazione di primi e secondi piatti, proprio per dare loro maggiore autonomia e il rispetto dei tempi, necessari nella vita quotidiana; Virginia, invece, infonde in loro delle basi tecniche, per consegnare loro un vocabolario e delle competenze di pasticceria.

Ma non solo cucina, Pasqua aiuta i ragazzi a sviluppare anche la componente creativa con il suo laboratorio di riciclaggio, dando vita ad oggetti che, apparentemente, andrebbero buttati via.

Pensando ai materiali che possono avere tutti a portata di mano, senza essere costretti ad uscire, Pasqua idealizza degli oggetti creativi per poter abbellire la casa. Come delle rose di feltro o portafoto/portafogli con mollette per stendere i panni e, persino, un monofiore con una bottiglia di vetro. 

Ma anche lavori a tema come una bottiglia di ammorbidente che rinasce in un centrotavola con dei fiori in stoffa per la festa della mamma, oppure, dei nastrini che diventano un fuori-porta pasquale.

Tutto ciò per aumentare l’autonomia e la sensazione di essere “auto-efficaci” nella vita di tutti i giorni e incrementare in loro lo spirito di iniziativa, tanto che alcune ragazze hanno imitato gli operatori inventando anche loro dei video-tutorial.

Questi laboratori, successivamente, verranno tutti ripresi al Centro, in sinergia con i maestri, saranno proprio gli utenti i protagonisti, dovranno ideare nuovi lavori da realizzare, così nulla sarà perso.

Voglio concludere con il sorriso e le parole con le quali Pasqua  – dopo aver visto la foto di uno dei ragazzi più aggressivi del Centro aver realizzato il portafiori per la mamma – chiude la nostra chiacchierata sui suoi laboratori: la cosa bella non è solo vederli eseguire i laboratori, la restituzione di ciò che fanno consiste proprio nel vederli felici dopo aver capito ciò che riescono a realizzare con le loro mani. 

Questo per farvi capire come in questi lavori sia importante dare ma la cosa fondamentale è ricevere.

Ognuno in Òikos si impegna in questo, facendo sì che dare e ricevere diventino la faccia della stessa splendente medaglia.

Federica Auricchio

Vedi anche: Sotto le pendici del Vesuvio sboccia òikos: per ritrovare il potenziale del singolo mirando all’inclusione nella società

Federica Auricchio

Sono Federica Auricchio e mi definisco Napoletana dalla nascita, perché nel mio sangue ribollono la musica, la poesia, la bellezza, il comunismo e la felicità. Filologa da un paio di anni combatto le discriminazioni sociali con il sorriso e la penna, amo seminare in campi incolti perché è bello, poi, veder germogliare fiori rari.

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