Silvia Romano è libera: “non vedo l’ora di tornare in Italia”
Dopo 18 mesi di prigionia, la giovane volontaria riacquista finalmente la libertà.
Nel bel mezzo della “fase 2”, delle tragiche morti del Covid-19 e del collasso dell’economia, finalmente una buona notizia: Silvia Romano è libera.
Dopo un anno e mezzo di silenzio, di notizie incerte e trattative furtive, il Presidente Conte ha annunciato su Twitter la liberazione della venticinquenne milanese.
Silvia era volontaria in Africa, in Kenya, e si batteva con l’Associazione Africa Milele per il diritto all’istruzione e per la fine della tratta degli esseri umani, quando il 20 Novembre 2018 fu rapita dai criminali di Chakama, vicino la città di Malindi. Secondo le informazioni divulgate dalla Ong Intersos, furono 8 uomini a seguirla, legarla e imbavagliarla.
Il diciannovenne Ronald Kazungu Ngala, testimone oculare, affermò che la banda fece irruzione negli uffici dell’Associazione con fucili e machete alla ricerca della “ragazza bianca”. Era chiaro, quindi, che Silvia fosse proprio l’obiettivo del rapimento. Ed infatti, pochi mesi dopo, tre componenti della banda – Moses Luwali Chembe, Abdalla Gababa Wario e Ibrahim Adan Omar – ammisero che la ragazza era stata rapita e venduta al gruppo di terroristi islamici somali di Al Shabaab.
I tre furono poi processati nel Marzo 2019. Fece scalpore la notizia della fuga di uno di loro, oggi ancora latitante. Da allora, più nulla.
La tragedia di Silvia sembrava essere stata dimenticata. Ma, come ha dichiarato oggi il ministro degli esteri Di Maio, “lo Stato non lascia indietro nessuno”.
I servizi intelligence hanno dichiarato che Silvia si trova ora in una zona protetta dell’Onu a Mogadisco, e che già da domani farà ritorno in Italia. L’ambasciatore italiano in Somalia, Alberto Vecchi, rassicura tutti che la ragazza sta bene sia fisicamente sia, sembrerebbe, psicologicamente.
E, infatti, la sua prima dichiarazione è stata: “Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”. Noi non potremmo esserne più felici. L’intera vicenda appare straordinaria e lontana ai nostri occhi, ma riflette la violenta e spaventosa realtà del terrorismo africano, mostrando nel modo più evidente la necessarietà del cambiamento di cui, senz’altro, Silvia Romano è una testimonianza esemplare.
Maria Ascolese