Tanti auguri al nostro ateneo
“In regnum nostrum desideramus multos prudentes et providos fieri per scientiarum haustum et seminarium docrtrinarum”.
Con queste parole, il 5 giugno 1224, Federico II motivò la decisione di fondare l’Università degli studi di Napoli, una delle principali accademie in Europa e la prima ad essere istituita attraverso il provvedimento statale.
Ebbene sì, proprio oggi il nostro amato ateneo ultracentenario compie gli anni!
Nel giorno del suo anniversario vogliamo tornare indietro nel tempo, alle origini di questo maestoso e meraviglioso luogo di cultura.
Lo Studium fu creato per volere dell’imperatore Federico II di Svevia attraverso un atto imperiale, novità assoluta per l’epoca.
I motivi di questa decisione furono due: prima di tutto serviva per la formazione di funzionari e giuristi che si occupavano dell’amministrazione del regno; altra causa importante era quella di agevolare gli studi ai sudditi ed evitare inutili spostamenti.
Non a caso, infatti, fu scelta proprio Napoli come sede, sia per la grande tradizione culturale che la caratterizzava, ma anche per la posizione strategica.
Per organizzare l’accademia, l’imperatore si servì di due giuristi campani: Pier delle Vigne e Taddeo da Sessa e inizialmente gli studi furono di diritto, arti liberali, medicina e teologia.
Insomma, Federico II aveva pensato proprio a tutto!
Ma cosa accadde dopo la sua morte?
Per tutto il periodo angioino, l’ateneo restò indipendente dalla Chiesa, ma con gli aragonesi nacquero le prime difficoltà, infatti, nel 1443, lo Studium fu costretto a chiudere, fino al 1465 grazie ad un patto tra Ferdinando il Cattolico e il Papa Paolo III.
In realtà riaprì definitivamente solo nel 1507, con sede al convento di San Domenico Maggiore.
Il seicento fu un secolo di grande decadenza, a causa della nascita di scuole private e collegi che si fecero strada per tutto il periodo.
Nel Settecento, con i Borbone, l’accademia risalì, diventando il centro dell’attività culturale e si aggiunsero anche le cattedre di Astronomia ed Economia.
Cambiò di nuovo sede e fu spostata nel Convento del Salvatore.
Durante il periodo francese, l’ateneo venne suddiviso in 5 facoltà: lettere e filosofia, matematica e fisica, medicina, giurisprudenza, teologia.
Nonostante ciò, le perdite per le scuole private si fecero sentire e, dopo il Regno d’Italia, l’università si uniformò alla legge Casati, che organizzava l’ordinamento scolastico, per contrastare le diversità con altri istituti.
E dopo essere stata spostata innumerevoli volte, ultima e definitiva sede fu quella del corso Umberto I, a causa dell’aumento di studenti.
Ecco nuove difficoltà per l’ateneo, infatti, nel periodo fascista, fu incendiato e requisiti i laboratori.
Ma già nel dopoguerra divenne la seconda accademia più importante d’Italia, dopo La Sapienza di Roma, e nel 1987 le fu dato il nome che tutti noi conosciamo, Università degli studi di Napoli Federico II.
Oggi vanta di 144 Corsi di Laurea, 86 Master Universitari, 80 Dottorati di Ricerca, 61 Scuole di Specializzazione e 65 Corsi di Perfezionamento e ha anche 42 Centri di ricerca e 2 Orti botanici.
Dal 2009 ha attivato l’e-learning per rendere il sapere accessibile in rete e conta 108 biblioteche di cui una telematica e 12000 postazioni informatiche.
Insomma, le origini del nostro ateneo risalgono a secoli fa dove, già allora, era simbolo di cultura e modernità.
Solo entrando nella sede, possiamo percepire la storia che ha attraversato quelle mura e ricordare tutte le menti geniali che si sono formate in quel luogo, tra cui Benedetto Croce, Giordano Bruno, Giuseppe Moscati e magari prendere ispirazione da loro.
Quindi, passando per il corso Umberto I, godiamoci ancora quel pezzo di storia che Federico II, con tanta passione, ha voluto donarci.
Martina Maiorano