Arte & Cultura

C’era una volta la musica, addio a Ennio Morricone

Si è spento oggi Ennio Morricone, la leggenda vivente che ha scandito la vita di milioni di appassionati di cinema e musica per oltre 70 anni.

Dalle prime colonne sonore per Bertolucci fino a Tarantino, passando per l’epica avventura con Sergio Leone, il maestro ha lasciato un testamento musicale lungo una vita intera, e noi non lo dimenticheremo mai.


«Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica.
-Ennio Morricone durante la cerimonia di assegnazione della sua stella nella Hollywood Walk of Fame il 26 febbraio 2016.

Quando ho appreso la notizia ho avuto una reazione strana, la prima frase che mi è passata per la testa è stata “che significa?”.
Ennio Morricone aveva un’aura leggendaria, una di quelle imponenti che i grandi artisti ottengono solo dopo la morte.
Ma Morricone ieri era ancora vivo ed era già una leggenda vivente.


“Che significa che è morto?”, dov’è andato? dov’era prima? Un genio come lui, dopo ben 74 anni di attività, non è più figlio del suo tempo, perché un “suo tempo” non ce l’ha.
Era qui quando Lina Wertmuller si imponeva sul cinema italiano; era qui quando Sergio Leone dava vita all’iconica Trilogia del Dollaro, quando Clint Eastwood teneva il sigaro acceso sotto le note del Triello.
Morricone era qui quando Robert De Niro e James Woods commettevano i primi furti o quando Giuseppe Tornatore ci presentava la sua perla, Nuovo Cinema Paradiso.


Ed era ancora qui quando, dopo anni di corteggiamento, Quentin Tarantino riusciva a strappare al maestro uno dei suoi ultimi capolavori, la colonna sonora di The Hateful Eight.

Come tutti gli uomini senza tempo, Morricone sapeva bene cosa stava per succedere, sapeva che la sua vita terrena stava per volgere al termine, sapeva che anche il suo Sole doveva tramontare nel West.
E quindi, prima di lasciarci, ha deciso di scrivere un’ultima opera.

«Io, ENNIO MORRICONE sono morto. Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta , amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata : non voglio disturbare. Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca, Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. Per ultima Maria (ma non ultima) . A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare.
A Lei il più doloroso addio».


Immagine in copertina di Simone Passaro.

Antonio Alaia

Antonio Alaia, o semplicemente ALAIA, nasce contro la sua volontà intorno al 1998. Da allora si trascina tra licei, università e uffici in attesa della fine; nel frattempo scrive di cinema, sociale, politica e tutto ciò che ritiene sia interessante e che possa avere anche il minimo impatto sulla società che lo circonda.

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