Dislessia non ti temo
Conosciamo la dislessia. Di che si tratta? Perché se ne parla ancora poco? Come può sentirsi una ragazza dislessica a scuola? Come potrebbe migliorare il suo percorso scolastico?
Diamo finalmente una risposta a queste domande qui nel mio articolo.
Ogni mattina, per andare a scuola, una bambina si sveglia e saprà che dovrà faticare più degli altri per non sentirsi stupida. Lei è Anna, una bambina dislessica. Anna è allegra, vivace, esuberante e creativa, non le piace la scuola, né tanto meno studiare, non sopporta stare ferma, vuole muoversi e quel banchetto le va stretto.
Ora d’italiano, la maestra inizia a dettare, Anna vorrebbe stare attenta, almeno ci prova, ma d’improvviso si perde. Ecco che quella “E” diventa una “A”, rilegge, la maestra prosegue, lei si riperde nuovamente, ormai gli altri sono troppo avanti per recuperare, così si sente un incapace, così decide di fermarsi.
Eccola lì nel suo mondo, non scrive più, però disegna, ciò che veramente le riesce bene. Finalmente si sente libera, sicura di quello che fa. Nella sua mente si scatena un concerto di fantasia. Si era ripromessa che la prossima volta sarebbe stata più attenta, ma come spesso capita qualcosa dev’esser andato storto.
Un rimprovero la riporta alla realtà, una morsa allo stomaco, la maestra con fare severo le intima di stare attenta, iniziando un monologo senza precedenti. Il bisbiglio dei compagni, quei fastidiosi sorrisini, le solite parole. Anna arrossisce ma si ribella, risponde alla sua insegnante a tono, ed arriva la punizione. Ci aveva provato a stare al passo, voleva riuscirci, ma ora odia la scuola, odia i compagni, odia sé stessa per non essere all’altezza degli altri.
Pensa tra sé, con la bidella sto bene, non devo dimostrare niente a nessuno, a 16 anni, quando la scuola non sarà più obbligatoria non ci andrò più, non fa per me.
Quella corazza di vetro che sembrava darle forza, oggi non regge, così sarà per l’ora di matematica, inglese, storia e geografia. Torna a casa, nervosa più del solito, senza voler pranzare e parlare con nessuno, si chiude in camera sua. Questo è uno dei tanti giorni “no” di una bambina dislessica, solo che non sapeva ancora di esserlo.
Ora Anna ha 16 anni, frequenta il liceo artistico, non ha lasciato gli studi, anzi è stata capace di inseguire il suo sogno e non arrendersi difronte alle difficoltà. Disegna abiti, è una delle alunne più brave dell’istituto. Gareggia insieme alla scuola a concorsi di moda, organizza sfilate, crede più in sé stessa ed ha tanti amici.
La dislessia non è una malattia, né un deficit dell’intelligenza, è un modo di essere, una caratteristica della persona. C’è chi ha gli occhi azzurri, chi neri, chi è basso, chi è alto, chi porta gli occhiali e chi no, poi c’è chi è dislessico e chi non lo è.
La dislessia non è altro che un disturbo delle capacità di apprendimento, si hanno difficoltà nella scrittura, nella lettura, nel calcolo, che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. Ma questo, per una persona dislessica non deve essere un limite.
Un aiuto molto importante è la legge 170 che tutela il diritto allo studio dei ragazzi dislessici. Questo diritto è garantito attraverso la realizzazione di percorsi individuali per ognuno. Molteplici sono gli strumenti compensativi di cui possono avvalersi, dai più tecnologici come pc, registratori, a quelli più semplici come mappe concettuali, calcolatrici, interrogazioni programmate, compiti ridotti. Misure indispensabili per fa sì che un ragazzo dislessico riesca a portare a termine, anche con successo, i propri studi.
Ascoltando e leggendo varie testimonianze, ci sono scuole in grado di supportare questi ragazzi, con insegnanti preparati che li incoraggiano, motivano, rendendo la vita dello studente un percorso tranquillo e che applicando tali accortezze rispettano la legge.
Altre situazioni purtroppo, dove un ragazzo dislessico viene ancora considerato svogliato, dove l’uso degli strumenti compensativi vengono visti come favoritismi e non come strumenti indispensabili. Dove non ci sono insegnanti preparati ed informati a tal riguardo. Scuole dove rendono la vita dello studente un vero e proprio incubo!
Tuttavia, voglio incoraggiare questi ragazzi proponendogli i nomi di dislessici che hanno rivoluzionato la nostra vita.
Scienziati come, Albert Einstein, Galileo Galilei, Nikola Tesla, Leonardo da Vinci, Pablo Picasso. Attori come Tom Cruise e Keanu Reeves. Campioni sportivi a livello mondiale come Muhammad Ali e Magic Johnson. Scrittori come Walt Disney e Agatha Christie. Tanti ragazzi che ad oggi si sono laureati, che proseguono gli studi e che sono riusciti a fare ciò che volevano.
Quindi belli miei, non vi arrendete, inseguite i vostri sogni, fate sempre in modo che rispettino i vostri diritti, credete in voi stessi e avanti tutta!!! Potete farcela.
Nota per le caricatrici: inserire il link di rimando dell’articolo precedente, “App immuni… vediamoci chiaro”
Serena Tizzano