E’Capuzzelle
E’ capuzzelle nello scuro cimitero nel cuore della Sanità: qui si rinfrescano “ll’anem ‘o Priatorio”.
Quarantamila teschi allineati e impilati, innumerevoli resti anonimi compressi; ossa per almeno quattro metri di profondità.
Entrando ci si fa il segno della croce, si tocca un teschio, si aspetta come se dovesse arrivare una particolare energia.
Qualcuna si fa riconoscere subito, qualcun’altra aspetta di venire in sogno. Cercano la pace che solo le preghiere di chi è in terra può dare.
Anime pezzentelle, poverelle, ma non basta ancora, bisogna ripeterselo in mente finché non si sprigiona tutta la pietà che tiene dentro.
L’adozione è umana oltre che religiosa, un rito di compassione.
Il rapporto della città di Napoli con la morte è un interrogativo che sorge a ogni angolo. A Napoli la morte è l’altra faccia della vita: non si scaccia, ci si allea per averne vantaggio.
Le anime purganti sono il legame con l’aldilà, quelle che guidano e proteggono chi è ancora in vita.
Foto e didascalia di Mariagrazia Scrima
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