5 proverbi per 5 occasioni (pt. 2)
Qualunque sia la tua età, il tuo titolo di studio o la tua padronanza dell’italiano, c’è un dettaglio che non può essere trascurato: nulla in certe occasioni rende bene come il dialetto.
Il dialetto si sa, rafforza il concetto.
Proprio per questo ho selezionato questi cinque proverbi, o modi di dire, napoletani che rappresentano in modo emblematico alcune situazioni che tutti hanno vissuto o vivranno nella propria vita.
- Addò te fatt Pasqua, fatte pure Natale!
Letteralmente: “Dove hai festeggiato la Pasqua sei invitato a festeggiare anche il Natale”.
Vi è mai capitato di essere usati da ruota di scorta da qualcuno? Non rispondete di no, perché non ci credo. Ebbene, se vi è mai capitato che qualcuno in determinate circostanze si sia dimenticato della vostra esistenza perché aveva altre proposte più allettanti e poi in un momento di solitudine è tornato a bussare alla vostra porta, ciò che potete rispondere è: “Addò te fatt Pasqua, fatte pure Natale!”
E tanti cari saluti.
- ‘A fissazion è peggio d’a malatìa
Letteralmente: “La fissazione è peggiore della malattia”.
Questo proverbio già parla da solo. Quando si riflette troppo su qualcosa e quel qualcosa si insinua poi come un tarlo in qualunque nostra azione, scivolando tra i diversi pensieri acquisendo sempre una posizione predominante, finisce con l’ossessionarci. Ecco che il pensiero è diventato una fissazione. Curare la mente è anche più difficile che curare il corpo, ed ecco che: la fissazione è peggiore della malattia.
- Uocchie sicche peggie re scuppettate
Letteralmente: “Gli occhi addosso sono peggio dei colpi di baionetta”.
Le superstizioni appartengono imprescindibilmente al popolo napoletano (ma non solo). Quanti infatti, quando devono fare qualcosa di importante, evitano che troppe persone lo vengano a sapere per scaramanzia? Ecco, questo detto sta precisamente a specificare che quando qualcuno ci mette gli occhi addosso, il suo potere malefico può arrecare più danno dei colpi di baionetta.
- Megl’ a mmiria c’ ‘a pietà
Letteralmente: “Meglio l’invidia che la pietà”.
L’invidia è una brutta bestia, di sicuro tra le peggiori. Eppure sono colpiti da invidia solitamente coloro che, peccato per gli invidiosi, hanno qualcosa che questi ultimi desidererebbero tanto avere. Che si tratti di successo, di stima, di denaro o degli affetti una cosa è certa: meglio essere invidiati che fare pietà!
- A liett stritt cucc’t ‘mmiez
Letteralmente: “Se il letto è stretto, tu addormentati in mezzo”.
Così come in un letto stretto la posizione migliore per non cadere è quella centrale, allo stesso modo questo proverbio vuole esortare alla cautela nelle situazioni difficili. Laddove infatti ci si dovesse trovare in una situazione di difficoltà, la posizione migliore da prendere è quella più sicura, che non fa cadere in fallo.
Francesca Caianiello
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