Billie Eilish insegnami la moda e sarò un outsider
Da poco soffiate le candeline dei 18 è già idolo degli adolescenti, vincitrice di ben quattro categorie ai Grammy Awards, Billie Eilish conquista la generazione duemila con i suoi capelli fluo e un look biggie abbastanza da diventare vera icona di stile.
Broncio e spontaneità le parole d’ordine, e magari anche qualche rutto in diretta!
Colorful, cool, esplosiva.
Un fisico atletico, dalle sopracciglia folte e labbra carnose avrebbero potuto fare della piccola losangelina una nuova Lolita o una Britney Spears solo più dark. Sarebbero bastati top aderenti, pantaloncini inguinali e un pubblico di macho eccitati ad idolatrarla.
Ma Billie Eilish è lontana anni luce da questo mondo.
Felpe extralarge, tute, bermuda da basket e sneaker sono il suo biglietto da visita e per chi non fosse d’accordo un bel “FUCK” con sorriso in omaggio.
Criticoni, tranquilli, non c’è nulla di programmato dietro le quinte.
Nessun complotto da parte dei manager né la costruzione di un personaggio stravagante, Billie Eilish ama il comfort e la libertà di movimento, non le interessa cosa pensa la gente. È totalmente lontana dalla figura di donna iper-sessualizzata anzi con lo stile anti-silhouette tocca proprio quel lato negativo che gli adolescenti sanno di avere guardandosi allo specchio e che non hanno ancora imparato a dissimulare, pur essendo esperti di selfie e filtri Instagram.
Si diverte a esplorare territori ignoti e seguendo il mantra della sua canzone Bad Guy, ha trasformato una borsa del’Ikea in una maglietta, usa le gambe dei pantaloni come maniche, taglia le camicie e i lembi diventano fasce o cinture, indossa le t-shirt rivoltate e le felpe sono spesso portate avanti dietro. Tutto è chiassoso, colorato ma decisamente non succinto o scollato.
Sicuramente un pugno nello stomaco di Chiara Ferragni.
Perché è la cantante perfetta per la generazione duemila?
Semplice, perché è una duemilauno!
Passa giornate a scrollare video su Tik Tok o a guardare serie tv su Netflix con l’immancabile broncio da adolescente scontrosa e conflittuale descrivendo, con tutta naturalezza, l’ansia e il disagio giovanile del ventunesimo secolo.
Un fenomeno come non se ne vedevano da tempo, considerando l’età della cantante, la musica che fa, un misto tra musica dark e ballad, un’aria oscura quasi punk.
Tutto è iniziato all’età di 13 anni, a causa di un incidente con la danza. Si esibiva in una delle zone più benestanti della sua città per una compagnia piuttosto competitiva.
«C’erano un sacco di ragazze molto belle e quello è stato il periodo in cui sono stata più insicura», dice la Eilish in un’intervista rilasciata a Rolling Stone. «Non riuscivo a parlare, a essere normale. Quando fai danza indossi vestiti davvero aderenti, e non mi sono mai sentita a mio agio dentro i vestiti aderenti. Probabilmente era il picco della dismorfia del mio corpo. Non riuscivo nemmeno a guardare lo specchio».
Poi è avvenuto l’incidente. «In pratica finche non compi 16 anni la cartilagine della gamba non è ancora solida, sta ancora crescendo. All’epoca seguivo lezioni di hip hop con i ragazzi più grandi, il livello più avanzato. Un giorno sono caduta e mi si è spezzata la cartilagine dell’anca e sono stata costretta ad abbandonare completamente la danza. Credo che sia allora che è iniziata la depressione. Mi ha gettato dentro un buco. Ho passato diverse fasi di autolesionismo. Non dobbiamo parlarne più di tanto, il punto è che pensavo di meritarmi il dolore. Non ero ok con me stessa. Quando tutti pensano a Billie Eilish a 14 anni, si immaginano un sacco di cose belle. Io invece riesco solo a pensare a quanto fossi infelice. Completamente affranta e arrabbiata e confusa. Dai 13 ai 16 anni è stata dura».
Oggi di anni ne ha 18 e le cose vanno molto meglio: «A volte vedo ragazze ai miei concerti con cicatrici sulle braccia e mi si spezza il cuore. Ho detto ad alcune di loro: “Siate gentili con voi stesse”. Perché io so com’è. Io c’ero» dice.
Billie Eilish è sempre stata sensibile, fin da piccola, e con seri problemi di ansia da separazione. Da bambina, le è stata diagnosticata la sindrome di Tourette. Soffre di sinestesia, cioè per ogni persona, oggetto, anche per ogni canzone, percepisce colori, immagini e numeri. A 10 anni dormiva ancora nel letto dei genitori, ma la musica è sempre stata presente nella sua vita, come il fratello Finneas, migliore amico e co-produttore del suo successo.
Non che Eilish da sola non si basti, ma i due fratelli insieme sono una forza della natura e la loro collaborazione è stata decisiva per trasformare in hit tutte le sensazioni tristi di quegli anni.
Una cameretta come studio e la magia era fatta.
È proprio da quelle pareti che parte il successo, grazie alla diffusione del loro primo singolo su SoundCloud, Ocean Eyes.
Billie Eilish appartiene a quella rara specie di artisti che cantano per dare voce ai propri coetanei e per ricordare quanto fa schifo essere qualcuno che non si è. Tra le sue colleghe non c’è nessuna di veramente felice.
Allora vestiamoci di felpe biggie e sneakers verde fluo:
“We are all sad motherfuckers!”.
A proposito di outsider leggi anche qui.
Serena Palmese