Il segreto delle teste di moro
Le teste di moro sono vasi prestigiosi, di origine siciliana, delle vere opere d’arte.
Non tutti conoscono cosa ci cela dietro questi vasi, così belli e particolari, capaci di tener “testa” alla più grandi ceramiche dei nostri tempi.
Le teste di moro sono dei vasi ornamentali in ceramica, tipici della regione Sicilia, delle vere opere d’arte, dipinte a mano, un must che da secoli impegna la creatività degli artigiani nella loro realizzazione.
Conosciute anche come teste di turco o come “graste”. Chi di noi passeggiando per le vie siciliane non si è imbattuto nella vista di queste prestigiosissime ceramiche? Basta guardarsi intorno e notare come arricchiscono e colorano le balconate o le vetrine della città.
Divenuti uno dei tanti simboli della tradizione siciliana, oggi le teste di moro sono riprodotte quasi sempre in coppia, i vasi raffigurano una testa di un uomo ovviamente moro e di una donna, arricchiti con gioielli o gironi di frutta, corone preziose o tubanti, in grado di impreziosire e abbellire qualsiasi ambiente con un tocco di classe ed eleganza.
Ma cosa si cela dietro a questi vasi di suprema bellezza, così famosi in grado di ispirare anche famosi stilisti come Dolce e Gabbana, che nel 2014 li hanno resi addirittura protagonisti di una bellissima collezione?
La leggenda narra che intorno all’anno 1000, alla kalsa, antico quartiere di Palermo, nel periodo della denominazione araba, vivesse una fanciulla bellissima, la quale trascorreva tutto il suo tempo in casa, spendendo la maggior parte di esso verso la cura delle piante che ornavano il suo balcone.
Un giorno passando di lì un giovane moro la vide intenta ad annaffiare le sue piante, folgorato dalla sua bellezza decise di volerla per sé e che l’avrebbe conquistata a tutti i costi. Così fu.
I due s’innamorarono ed ebbero una storia d’amore bellissima, intensa e passionale, ma quando ella seppe che lui l’avrebbe presto lasciata per tornare in Oriente, dove l’attendevano moglie e figli, elaborò una strategia per non farlo andare via.
Approfittò della notte e lo uccise. La ragazza gli tagliò la testa e con essa fece un vaso dove piantò una pianta di basilico, in modo tale da possedere il suo amato sempre al suo fianco e prendersene cura ogni giorno con amore e dedizione. Il basilico crebbe rigoglioso e forte, emanando un profumo tale da suscitare l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere, spinti dalla voglia di possedere anch’essi questi vasi così belli, si fecero realizzare dagli artigiani locali vasi in terracotta con le stesse caratteristiche.
Una leggenda alquanto macabra ma allo stesso tempo in grado di tener viva questa tradizione nella creazione delle teste di moro, in grado di affascinare con la loro bellezza tantissime persone e d’ispirare la creatività dei tanti artigiani del posto che tutt’oggi si esprimono con quest’arte meravigliosa.
Foto di Luca Petrone
Serena Tizzano
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