Meraviglie d’Italia: la Penisola Sorrentina
La nostra affascinante Italia, come si può non amarla?
Sebbene si cerchi sempre la meta più lontana per le vacanze, il nostro territorio offre meravigliosi paesaggi e panorami mozzafiato.
Oggi parleremo proprio di una delle zone più belle del nostro Paese: la penisola sorrentina.
Situata nel Mar Tirreno e posta tra il Golfo di Napoli e quello di Salerno, questa penisola si divide rispettivamente da una parte in costiera sorrentina e dall’altra in costiera amalfitana (patrimonio UNESCO). Il territorio è attraversato dai Monti Lattari, dove è possibile effettuare numerose escursioni nei vasti sentieri; il più famoso è il Sentiero degli dei. Anche la gastronomia rappresenta un grande punto a favore della zona: celebri sono il limoncello di Sorrento, il provolone del Monaco, ad Agerola, e la pasta fresca.
Ma torniamo alla penisola sorrentina e vediamo alcuni dei posti più belli da visitare!
Sorrento è il comune principale, poiché ha dato il nome all’intera area. La città fu abitata da antichi popoli italici, Etruschi e Osci. Nel 90 a.C., in epoca romana, partecipò all’insurrezione degli italici. Durante la crisi bizantina passò sotto i duchi di Napoli, poi arconti e duchi propri. Perse e riacquistò autonomia numerose volte fin quando passò sotto il regno dei Normanni. Da allora iniziarono lotte e insurrezioni. Nel 1558 fu saccheggiata dai turchi e nel 1668 resistette all’assedio di Giovanni Grillo, generale del duca di Guisa. Dall’Ottocento si affermò come meta turistica e lo è rimasta tutt’oggi. Oltre a numerose chiese e basiliche, a Sorrento sono presenti molti monumenti storici, come la celebre porta meridionale, e tantissime terrazze dalle quali è possibile osservare il magico panorama del golfo. Insomma, se passate di lì non perdete questa antica città!
Altro comune degno di nota della penisola è Vico Equense. Le prime testimonianze risalgono al VII secolo a.C. con alcuni ritrovamenti di un’antica necropoli. Il paese è citato anche da Silio Italico, nel celebre poema Punica, con il nome di Aequa. In realtà, questo piccolo borgo, che viene spesso ritrovato in antichi documenti, rappresenta la zona sottostante, l’attuale Seiano. Vico Equense era quasi disabitata e solo con l’arrivo degli Aragonesi, e successivamente degli Angioini, il paese tornò in vita. Furono costruiti il castello e la cattedrale, ancora oggi visitabili e, nel XIX secolo, fu riorganizzato l’assetto urbano. Uno dei luoghi di maggiore interesse è la Chiesa della Santissima Annunziata: eretta nel XIV secolo, unisce in sé due stili diversi, gotico all’interno e la facciata barocca. Insieme ad essa, un altro simbolo del comune è il castello Giusso. Fu chiamato così dal nome dei proprietari ed ha avuto numerosi restauri ed abbellimenti. Le terme dello Scrajo rappresentano un’attrazione turistica naturale, con le acque sulfuree che donano sollievo al corpo e allo spirito.
Continuiamo il nostro viaggio nei comuni della penisola con Ravello, un posto incantato della costiera amalfitana, citata anche nel Decamerone di Boccaccio. È un comune situato molto in alto da dove è possibile vedere il Golfo di Salerno. La piccola città risale al V secolo, quando era usata come rifugio dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente. La leggenda però narra che un gruppo di nobili, dopo il naufragio della nave che andava verso Costantinopoli, approdarono sulla terra. Nel IX secolo ebbe un periodo di massimo splendore sotto la Repubblica di Amalfi ed il Principato di Salerno. Con l’arrivo dei Normanni divenne sede vescovile, quindi dipendente dalla Santa Sede. In epoca Angioina ci fu una grave crisi causata dalla guerra del Vespro, che vide numerose famiglie nobili trasferirsi dal paese. Passò poi nelle mani dei Severino e dei Borbone successivamente, con un periodo di risalita. Dal XIX secolo il comune acquistò molto interesse come luogo turistico. Anche qui possiamo notare tantissime chiese e cappelle, ma l’attrazione principale di Ravello sono le due maestose ville: Villa Rufolo e Villa Cimbrone sono due edifici storici del paese che vanno sicuramente visitati. Entrambe molto antiche, passarono poi nelle mani di lord britannici che le conferirono l’aspetto odierno.
Come non concludere il nostro viaggio se non con Amalfi, la splendida città che dà il nome a tutta la costiera. C’è chi la fa derivare da Menfi, città lucana, e chi dalla gens romana Amarfia, risalente al I secolo d.C. In ogni caso questa città è originaria dell’epoca romana, infatti sullo stemma è scritto “Descendit ex patribus romanorum”. Dal IX secolo divenne la prima repubblica marinara, in competizione con Pisa, Venezia e Genova. Nel XI secolo vide un periodo di massimo splendore, poi una grande decadenza con la venuta dei Normanni. Oggi è uno dei luoghi più visitati della costiera con il suo duomo, le chiese e le grandi fontane. Importanti sono la Valle dei mulini e quella delle Ferriere, tutt’ora accessibili.
Queste sono solo alcune delle meravigliose zone, vicinissime alla nostra città, dove andare alla scoperta della storia e delle tradizioni tipiche della regione.
Quindi, cosa aspettate? Zaino in spalla e si parte!
Martina Maiorano
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