Climate Clock: quel tic toc che non puoi ignorare
Il Climate Clock compare il 21 settembre a Manhattan, il centro di New York.
Un orologio decisamente singolare, che mostra al mondo gli anni che ci separano da un disastro globale irreversibile: quello del climate change.
7 anni e 100 giorni, minuto più minuto meno, il Climate Clock sembra andare avanti più veloce che mai e noi lo osserviamo impauriti. Che fare?
Un tic toc angosciante, quello realizzato da Gan Golan e Andrew Boyd in occasione della Climate Week di quest’anno. Ma cosa accadrà tra 7 anni e 100 giorni?
Quello che Emmett Brown (“Doc”) di Ritorno al futuro chiamerebbe “punto di non ritorno”.
Proprio così, vedremo la temperatura della Terra aumentare di 1.5 – 2 °C e ne subiremo i danni direttamente.
Il Climate Clock non è una tecnica psicologica per portare la popolazione mondiale all’esaurimento nervoso, anche se così può sembrare. L’obiettivo, che è sempre lo stesso da anni, è quello di rendere sempre più persone consapevoli.
La consapevolezza della crisi climatica e anche dei modi per evitarla, sia nel nostro piccolo che in grande. In che senso in grande?
Esercitando il nostro potere in quanto popolo: votando.
L’America in ginocchio chiede ai cittadini di aprire gli occhi e votare il candidato giusto alle elezioni presidenziali del 2020. Un candidato che non neghi l’esistenza del cambiamento climatico, anzi, se ne faccia carico e cerchi di risolvere la situazione, insomma, un candidato degno della carica di Presidente degli Stati Uniti.
Servono individui che non abbiano paura di ammettere la realtà dei fatti e che siano in grado di proporre misure per garantire un futuro alla Terra, un futuro in cui la temperatura sia sotto 1.5°C rispetto ai livelli pre-industriali.
Per ora siamo tutti un po’ più consapevoli, nel 2020, di ciò che accade nel mondo, delle tonnellate di plastica presenti nell’Oceano, dell’importanza dell’energia rinnovabile, insomma, nella mia ottica di diciannovenne vedo un futuro più green all’orizzonte, e non perché sono un’inguaribile ottimista, ma perché in un paio d’anni la nostra vita è stata sconvolta in meglio.
Greta Thunberg e Fridays For Future hanno finalmente trasportato i ragazzi nel mondo della politica, dal nulla la mia generazione si è fatta portatrice di ideali che da anni venivano ignorati. E ora la questione climatica è sulla bocca di tutti, quindi, anche in campagna elettorale.
Allora forse un orologio è solo un altro simbolo, un altro elemento chiave della potenza di questo fenomeno, ma anche della forza mediatica che sta portando con sé il cambiamento.
Non ci resta che agire, abbiamo 7 anni per fare la nostra parte.
Angela Guardascione
Vedi anche Inquinamento ed altri disastri