Via Stefano Cucchi: la vittoria dei perdenti
Da Via dei Mille a Piazza Garibaldi, passando per Piazza Carlo III e Via Cavour, la toponomastica ha sempre premiato i vincenti. Uomini forti che hanno sempre combattuto per la giustizia, con le armi o con la penna.
In un mondo di vincenti, spesso ci si dimentica di omaggiare anche i perdenti, scherniti e caduti per mano di quei vincenti che non danno valore alle vite come quella di Stefano.
Per fortuna, esistono ancora dei posti in cui i perdenti trovano spazio per essere celebrati.
È successo a Cinquefondi, un piccolo comune della Calabria di poco più di seimila abitanti; il primo cittadino Michele Conia ha scelto come nuova personalità da omaggiare – dopo aver già dedicato alcune opere urbane a Peppino Impastato, Anna Frank, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Margherita Hack, Nilde Iotti, Frida Kahlo – proprio Stefano Cucchi, il giovane torturato, sequestrato e ucciso dai Carabinieri a Roma il 22 Ottobre 2009.
L’idea del sindaco Conia era già stata annunciata nel corso del suo primo mandato, ma l’autorizzazione della Prefettura è arrivata a poche settimane dalla sua riconferma alla guida del Comune e, dunque, l’opera è stata subito allestita e presentata.
Ma senza una vera e propria presentazione, nessun assembramento cittadino: la targa è stata apposta senza troppe cerimonie, “perché nonostante per noi sia un traguardo importante, con l’aumento dei contagi abbiamo fatto una scelta di responsabilità ed evitare possibili assembramenti”.
Aggiunge: “Quando la situazione sanitaria tornerà sotto controllo, vorremmo organizzare un’iniziativa anche coinvolgendo la sorella di Stefano, Ilaria”.
Intanto, Ilaria Cucchi condivide su Facebook la foto della strada con la nuova targa dedicata al fratello e ringrazia: “Una Via intitolata a Stefano. Grazie Michele Conia. Grazie Comune di Cinquefrondi. Vi voglio bene”.
Questo è un piccolo passo per la toponomastica, ma un grande passo per i perdenti.
Per tutti quelli che hanno sbagliato almeno una volta nella vita, per loro il marchio dei perdenti pende sulla loro testa come una spada di Damocle, talvolta può essere sfruttamento talvolta può essere abuso.
Forse neanche sapete di esserlo, perché per molti la parola “perdente” è attribuibile solo a chi fallisce negli affari o fa uso di stupefacenti.
I perdenti sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi* e non ce ne accorgiamo; possono essere nella tua famiglia, possono essere le persone che più ami, potresti esserlo tu stesso.
Ogni volta che tu ignori, rinneghi, infanghi o solamente dimentichi la memoria di un’anima così, stai sminuendo e insultando la tua stessa dignità.
Negli Stati Uniti, manco a farlo apposta, il Black Lives Matter ha promosso la campagna Say Their Names, un’iniziativa che consiste nell’identificare e ricordare ogni singola persona afroamericana morta a causa degli abusi di polizia o del razzismo.
Ripetere il loro nome, urlarlo e scriverlo ovunque serve a evitare che diventi un “fenomeno” passeggero e che la memoria delle vittime sia generalizzata in un banale titolo riassuntivo.
Che Stefano Cucchi sia solo il primo di tanti perdenti che hanno avuto l’onore di ricevere una targa, che si arrivi ad una bellissima normalizzazione.
*ndr. “Quelli che Benpensano” di Fankie HI-NRG MC
Antonio Alaia
Disegno di Simone Paesano
Vedi anche: Stefano Cucchi e la giustizia