Buon viaggio Gigi!
Morto Gigi Proietti, il mattatore indiscusso del teatro italiano, ci lascia oggi, nel giorno del suo ottantesimo compleanno.
Ricoverato d’urgenza ieri sera in condizioni gravissime, si è spento questa mattina alle cinque e mezza. Ne danno il triste annuncio la moglie e le figlie, Carlotta e Susanna.
Ha sempre ironizzato sulla sua data di nascita, il 2 novembre, e come prevedere che ci avrebbe lasciati esattamente lo stesso giorno, ottant’anni dopo.
Mattatore indiscusso della scena italiana, è stato insegnante di teatro e la sua accademia ha fatto nascere validissimi attori italiani, come Giorgio Tirabassi, Flavio Insinna, Enrico Brignano.
Umorista raffinato, il teatro non è stato da sempre la sua principale occupazione. Da ragazzo si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, poiché suo padre desiderava diventasse avvocato, desiderava avesse un “pezzo di carta” perché “se piove o tira vento è una sicurezza”. Proietti accettò suo malgrado, esibendosi nei teatri solo la sera, ma scoprendo così il suo talento decise di lasciare gli studi, regalandoci le più belle scene del teatro comico contemporaneo.
Artista geniale, non solo attore che ha calcato la scena dei teatri italiani per mezzo secolo, ma anche doppiatore di attori del calibro di Robert De Niro, Dustin Hoffman, Silvester Stallone.
Ultima simpaticissima pietra incastonata a una vita di successi, lo spot registrato durante la pandemia, in cui ironicamente invitava tutti a stare a casa, perché poi così finalmente “ce ne potremo annà dove cavolo ce pare”.
Attore sopraffino ma anche cantante e regista, dopo il teatro si è dedicato anche a diversi film, come dimenticare, Febbre da cavallo e il suo sequel La mandrakata, oltre a una delle sue ultime interpretazioni, recentissima, quando lo abbiamo ammirato nelle vesti di Mangiafuoco nel Pinocchio di Matteo Garrone.
Artista istrionico e poliedrico, il successo lo consacra anche sul piccolo schermo, quando a cavallo tra questo e lo scorso secolo interpreta il maresciallo Rocca, bilanciando perfettamente l’equilibrio tra lavoro e vita privata, mostrandoci anche l’interpretazione di un padre che è quello che tutti desidereremmo avere.
Perdutamente innamorato del teatro, durante la pandemia ha raccontato di essersi sentito ancora una volta giovane, imparando ad utilizzare la tecnologia per fare lezione in videochiamata ai suoi allievi: “È stato come imparare a guidare un missile”, ha affermato.
Riteneva che il teatro donasse ordine e disciplina, oltre a permettere agli attori di realizzare i propri sogni: continuare a ripetere i propri giochi di bambini ancora e ancora, replicando sul palcoscenico tutte le sere.
Abbiamo tutti tratto un debito inestinguibile con il maestro Proietti, per tutta l’arte che ci ha donato. Per la sua ironia, che si è ripresentata anche oggi, nella scena finale, alla chiusura del sipario. Ironicamente ha lasciato la scena nel giorno dei morti, lo stesso in cui era nato.
Ti salutiamo con la canzone di Petrolini che conosciamo anche grazie alla tua interpretazione: “Son contento di morire, ma mi dispiace / mi dispiace di morire, ma sono contento.”
Ciao Gigi, che la terra ti sia lieve.
Francesca Caianiello
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