La Bolivia del MAS, di Jeanine Añez e… Elon Musk
Luis ‘Lucho’ Arce Catacora (La Paz- 28 settembre 1963) è il nuovo presidente della Bolivia. Appartenente al Mas (Movimiento Al Socialisismo), Lucho era già stato ministro dell’economia sotto la presidenza di Evo Morales, lo storico socialista che ha governato e rivoluzionato la Bolivia dal 2006 fino al 2019 quando, in seguito alle proteste nazionali, era stato costretto all’esilio in Argentina.
Nel frattempo, dall’altra parte del mondo un tweet del multimiliardario Elon Musk riaccende le polemiche su una sua interferenza sulla privatizzazione delle riserve di litio.
Riesaminiamo in tre punti le vicende che hanno portato alla caduta di Morales, l’insediamento mediante pseudo-colpo di stato di Jeanine Añez, le interferenze da oltreoceano di Elon Musk e il successivo ritorno al potere del MAS con Luis Arce:
1. Le proteste del 2019 e la caduta di Evo Morales
Evo Morales, dopo ben tredici anni di governo, era stato costretto ad allontanarsi dalla sua patria in seguito alle violentissime rivolte scaturite dallo scandalo dei brogli che lo aveva coinvolto nelle scorse votazioni nazionali del 2019.
Morales, dopo una serie di tocchi e ritocchi alla Costituzione Boliviana, si accingeva a candidarsi come presidente per la quarta volta consecutiva.
Se per i suoi sostenitori politici – e la maggior parte della frazione povera della nazione- la notizia della vittoria era stata accolta con grande gioia, lo stesso non si poteva dire per l’opposizione, per la frazione borghese della capitale e, in particolar modo, per Jeanine Añez, esponente del cattolico e conservatore MDS (Movimiento Demòcrata Social), che approfittando della guerriglia civile e dell’ammutinamento delle forze armate a protezione di Morales, si era autoincoronata governatrice ad interim.
Che sia davvero bastato questo per far crollare una delle realtà politico-economiche più iconiche e ammirate del Sudamerica?
Ricordiamo che, grazie a Evo Morales e il suo governo, la Bolivia è passata dall’essere uno stato a basso reddito ad uno dal medio reddito; i tassi di crescita del paese sotto il MAS portavano una media del 5% (una delle più alte della regione), con una conseguente riduzione della povertà dal 38% al 18%.
Altre misure del governo socialista erano state la nazionalizzazione di tutte le risorse naturali del paese (con profitti direttamente reinvestiti in misure contro l’analfabetismo e l’acuta povertà in cui riversava più di un terzo del paese), la laicizzazione della Bolivia e una serie di alleanze ed endorsement verso tutte quelle personalità e nazioni considerate “antiamericane”.
2. La ‘cattolicissima’ Jeanine Añez e la parentesi Elon Musk
Come rappresentante dell’opposizione, Jeanine Añez era salita al potere per via di una dichiarazione costituzionale boliviana (0003/01 del 31 luglio del 2001) che stabilisce che in circostanze di grave crisi politica e di urgenza nazionale, la successione si basa nel principio dell’immediatezza.
L’avvocatessa e conduttrice televisiva aveva così ottenuto la carica ad interim – grazie al suo carpe diem– e aveva subito fatto sentire la sua voce: “la Bibbia è tornata nel palazzo” ha infatti subito dichiarato la neopremier, lasciando poco spazio alle interpretazioni riguardo la sua linea politica dichiaratamente anti-Morales.
Il fatto di aver stanziato 600 milioni di dollari – causa pandemia da Covid-19– appartenenti a fondi pubblici per pagare i debiti delle grandi aziende private (uno dei quali si è rivelato essere proprio il suo ministro dell’economia Branko Marinkovic), aver tentato di privatizzare tutte le imprese nazionali (favorendo così l’ingresso in trattativa di multinazionali straniere) e aver interrotto diverse alleanze storiche come quelle con il Venezuela e Cuba, ha fatto sorgere il sospetto di un’interferenza estera come, appunto, quella del patron di Tesla Elon Musk.
–“Facciamo colpi di Stato dove vogliamo”
Infatti è stato questo il galeotto – e probabilmente tanto sfacciato quanto ironico – messaggio di Elon Musk via Twitter (tweet successivamente rimosso) che ha riacceso le polemiche tra il presunto nesso tra il multimiliardario e il piano di privatizzazione delle riserve di litio messo in atto dall’Añez.
3. Il ritorno del Movimiento Al Socialismo e la vittoria di Luis Arce
Scaduta la carica ad interim della presidente, il 3 maggio 2020 erano previste le nuove elezioni presidenziali, slittate poi ad ottobre a causa della Pandemia.
Questa volta però si è presentato Luis ‘Lucho’ Arce Catacora, delfino ed ex ministro dell’economia sotto il governo dello stesso Evo Morales.
Il socialista del Mas ha ottenuto oltre il 55% dei voti, staccando ampiamente Carlos Mesa, che aveva già ricoperto la carica presidenziale nel 2003-2005, e Luis Camacho.
Con questa importante vittoria, il Movimiento Al Socialismo ritorna al potere, riprende il percorso iniziato da Morales e riconquista – con gli interessi- il suo posto nel Senato e alla Camera: 21/36 in uno e 75/130 all’altra.
Antonio Alaia
Disegno di Sonia Giampaolo
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