Joe Biden e Kamala Harris: il volto della nuova America
È ufficiale, il nuovo Presidente degli Stati Uniti è stato eletto; Joe Biden vince le US Elections 2020: è stato difficile ma infine il partito democratico ha vinto.
Nonostante le lamentele da bambino di Donald Trump, i disguidi e le faide, nonostante gli interventi giornalistici incompleti, le aspettative di molti Repubblicani, infine il mondo ha fatto una scelta, una scelta sull’uomo che deve rappresentarlo.
Joe Biden, settantasette anni, ex Vicepresidente sotto il governo Obama, rinasce dalle ceneri e diventa il nuovo leader del mondo occidentale.
Ancor più di Joe Biden, il buon Joe, la vittoria appartiene ad una donna, alla grandissima Kamala Harris. Kamala Harris è la prima donna eletta Vice-Presidente, la storia fa il proprio corso e il segno dell’America democratica non si ferma ad un semplice conservatorismo, si eleva ad una rappresentanza femminile tanto quanto maschile.
E Joe Biden è quell’uomo che ha avuto una donna come guida, come faro. Non ha avuto paura nell’annettere alla sua ascesa al potere la presenza femminile, è riuscito a lottare contro uno stereotipo culturale vecchio di centinaia di anni. Ci voleva il gesto di ribellione del mondo nei confronti di una certa categoria, di un certo pensiero, il perfetto contrario del governo maschilista ed elitario che ha padroneggiato finora per dare un segno, marcare il limite dal quale l’umanità può rinascere, se non fisicamente almeno ideologicamente.
La vittoria di Biden, infatti, come hanno detto in molti, non è tanto la vittoria del partito democratico quanto la sconfitta di Donald Trump, è la presa di posizione ideologica nei confronti di tutto ciò che si è sempre posto in maniera violenta, aggressiva e maschilista.
È il segno positivo di cui si aveva bisogno nel nuovo medioevo, nell’epoca oscura di un virus che limita la vita. È forse la volontà universale di accettare le sfumature, di rendersi aperta alle possibilità, è il permesso dell’uomo di essere tale.
Diciamoci la verità, l’epoca di Donald Trump è stata controversa e triste, sbandierava come simbolo un uomo che non aveva dietro di sé la coscienza culturale e sociale per poter portare avanti il mondo; è stato eletto ai tempi dell’Isis, ai tempi degli attentati, ha sfruttato il mondo nel suo declino senza essere capace di coltivarlo, piantando in esso fondamenti divisivi, razzisti ed estremisti.
A nessun mondo piace essere governato da un bambino troppo cresciuto e capriccioso, l’umanità ha bisogno di crescere, ora più che mai, ha bisogno della possibilità di credere in un sogno, in un cambiamento, ha bisogno di aria pura e libera, incontaminata.
Speriamo possa essere davvero così, la romanticizzata alba di una nuova epoca, di una rinnovata atmosfera, di un mondo in gestazione.
Riponiamo il nostro futuro in voi, Kamala e Joe, che lo vostra unione possa essere un esempio di democrazia, una democrazia ugualitaria, capace di difendere e pensare a tutti.
Sveva Di Palma
AGGIORNAMENTO A CURA DI ANGELA GUIARDASCIONE
6/01/2020
Nonostante la netta sconfitta, Trump non ha mai smesso di negare la vittoria di Biden. Questo lo ha portato a fare di tutto per contrastare i risultati elettorali, come proporre l’intervento della Corte Suprema. Una misura che, data l’evidenza dei fatti, gli è stata negata.
La furia negazionista di Trump e dei suoi sostenitori ha raggiunto l’apice nel momento della certificazione della vittoria di Biden al Parlamento. Lo stesso presidente ha incoraggiato l’assalto al Congresso. E così è stato. Una folla di centinaia di persone si è ammassata e ha fatto irruzione a Capitol Hill, proprio durante la riunione.
Un evento che non ha precedenti nella storia americana.
Assistiamo ad un attacco alla democrazia, richiesto dall’uomo che avrebbe dovuto rappresentarla.
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