La strage dei visoni: il prezzo da pagare per una pelliccia
La quantità di visoni uccisi a causa della mutazione del COVID-19 non fa che aumentare giorno dopo giorno.
La Danimarca è il paese europeo che ospita il maggior numero di visoni in allevamenti destinati alla realizzazione di pellicce.
Parliamo di circa 15-17 milioni di visoni, tutti destinati a morire.
In qualche modo questi animali, già da giugno, avrebbero sviluppato una forma mutata di COVID-19, per poi trasmetterla anche ad alcune persone.
Secondo il Ministro della Salute danese Magnus Heunicke più di cento casi di coronavirus nel nord della Danimarca sono legati ai visoni. Le ultime notizie dicono che circa 12 persone sono state sicuramente infettate dai visoni.
Questo mutamento del coronavirus è così preoccupante perché potrebbe indebolire la capacità del corpo di formare anticorpi per il virus, quindi minare l’efficacia di un possibile vaccino.
Come reagiscono le istituzioni?
Già in Spagna, a luglio, sono stati uccisi più di centomila visoni, nei Paesi Bassi lo stesso. Questo ha portato alla chiusura degli allevamenti.
Ma in Danimarca la situazione è più complessa: si parla di una vera e propria strage, 17 milioni di visoni saranno uccisi. Il triplo dei cittadini della Danimarca.
Ovviamente il Ministro di Stato, Mette Frederiksen, potrebbe prendere in considerazione anche i diritti degli animali prima di effettuare questa scelta, o almeno attendere informazioni certe sulla diffusione della forma mutata di COVID-19.
Ma i diritti degli animali, i diritti dei visoni, sono stati ignorati anni fa, nel momento in cui, nonostante numerose proteste e attivismo, si è deciso di tenere aperti gli allevamenti intensivi per ricavare denaro dal commercio delle pellicce.
Animali di natura selvatica, che avrebbero bisogno di spazio, che sono nati per correre e per nuotare, per vivere in solitudine. Ora sono costretti a convivenze forzate in gabbie minuscole. Tutto questo causa comportamenti aggressivi, mutilazioni e isteria. Li attende, inoltre, una morte crudele e dolorosa: uccisi in camere a gas con biossido o monossido di carbonio.
Sono state proprio le condizioni critiche dell’allevamento intensivo a portare a una diffusione accelerata del virus.
In conclusione, è questo il prezzo da pagare per una pelliccia di visone: alimentare un’industria che per sua stessa natura non rispetta i diritti degli animali, un meccanismo che di positivo ha ben poco e che porterà a un massacro di visoni.
Angela Guardascione
Vedi anche: I campi dello Xinjiang: rieducazione o genocidio?