L’arte della pennichella
Penso: “potrei poggiarmici giusto il tempo di riprendermi dal pranzo… solo pochi minuti, che potrà mai succedere?”.
Mi ci siedo, chiudo pian piano gli occhi. Su, sappiamo come andrà a finire.
La pennichella è una vera e propria arte, con una tradizione millenaria. Come dimenticare quando, da bambini, spiavamo i nostri nonni mentre facevano il loro riposino sulla poltrona? Che teneri ricordi.
Molti la vedono come un segno di svogliatezza, di pigrizia, ma voglio dimostrarvi che non è così, anzi! Per esempio, sapevate che il riposino stimola la creatività?
Kafka riusciva nell’impresa di dormire ben 4 ore ogni pomeriggio: la mattina lavorava in una società di assicurazioni e, solo dopo le 22:00, cominciava a scrivere. Beh, non male direi!
Potremmo dire con fierezza che noi italiani siamo dei grandi estimatori dell’arte del riposino, ma non occuperemo mai il primo posto. La cima del podio spetta ai giapponesi.
Loro riescono ad andare ben oltre: è sempre più frequente ritrovarli mentre fanno inemuri, cioè dormire in pubblico! il Giappone è uno dei Paesi in cui si dorme meno al mondo a causa dei ritmi di lavoro incalzanti e dormire in pubblico è quasi un segno d’onore, la prova che si è esausti per aver lavorato tanto e che ci si merita un “premio”. Quindi è perfettamente normale ritrovarli dormire sul posto di lavoro, a scuola, o sui mezzi pubblici.
Vi ho un po’ convinti? Se la risposta è sì, allora mettete da parte la vostra vergogna e sdraiatevi sul vostro divano prediletto.
Invece per i più restii, concludo citando una canzone di molti anni fa di Nino Manfredi, chiamata proprio “La pennichella”:
“Lo sai perché la gente s’arrovella
e dice che la vita nun è bella?
Perché je tocca de campà de corza,
e stretta in una morza,
nun c’ha più er tempo della pennichella;
ossìa, quella mezz’ora de dormita,
che se faceva nonno!
La quale, drento ar treno della vita…
è er supplemento rapido dèr sònno!”
Francesco Siliberto
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