Sei gradi di separazione: l’esperimento di Stanley Milgram
La teoria dei sei gradi di separazione è un’ipotesi sociologica secondo la quale si presume che una qualunque persona, selezionata casualmente, sia collegata ad un’altra qualunque persona, a sua volta casualmente selezionata, attraverso sei intermediari: il primo a dimostrarla fu lo psicologo Stanley Milgram.
A dar vita alla teoria dei sei gradi di separazione fu uno scrittore, nel lontano 1929. Il suo nome era Frigyes Karinthy e fu proprio nel suo romanzo che comparve, per la prima volta, l’espressione e la spiegazione della teoria.
Stupefacente, non trovate? Non ti sembra molto facile, ora che stai leggendo, poter pensare che quando si immagina qualcosa e la si scrive, questa abbia la possibilità di diventare reale?
La teoria dei sei gradi di separazione rimase solo una bella storia per quasi quarant’anni, fino al 1967, quando lo psicologo americano Stanley Milgram trovò il modo di dimostrarla.
Alla base dell’esperimento sociale da lui ideato c’era l’idea di una popolazione vista come un insieme di nodi, che messi insieme creavano una rete di rapporti e relazioni, dove tutti avevano potenzialmente la possibilità di essere collegati l’uno con l’altro. Ma collegati da quanti nodi?
Sei?
Lo psicologo si aspettava almeno un centinaio di intermediari, a separare ogni coppia di persone, e proprio per questo rimase stupefatto quando vide i risultati. Ma vediamo prima come è andato l’esperimento.
Milgram e i suoi collaboratori partirono da una semplice domanda: si chiedevano quale fosse la probabilità che, selezionando casualmente due persone, queste si conoscessero. Selezionò così, in modo del tutto casuale, 296 persone del Midwest statunitense e diede loro dei pacchi da spedire a 296 destinatari che abitavano nel Massachusetts, ancora selezionati casualmente.
Sui pacchi era riportato il nome ed il cognome del destinatario, insieme ad altre piccole informazioni, come la zona di residenza, ma non l’indirizzo esatto. Se si conosceva il destinatario, si poteva spedire direttamente a lui il pacco, altrimenti lo si doveva spedire ad un’altra persona che si pensava potesse conoscerlo, il quale doveva spedirlo a sua volta con le stesse modalità… e così via, finchè quel pacco non fosse arrivato a destinazione.
A fine esperimento, attraverso i timbri postali, Milgram e i suoi collaboratori riuscirono a risalita al numero degli spostamenti compiuto da ciascun pacco: approssimandoli per eccesso, la media dei passaggi compiuti dai pacchi si aggirava infatti tra il cinque ed il sette.
E, se la matematica non è un’opinione, ecco pronti i sei gradi di separazione.
Milgram scrisse un articolo per raccontare l’accaduto.
È vero che molte persone si rifiutarono di partecipare all’esperimento e non spedirono il pacco. Dodici partecipanti consegnarono il pacco a dei commercianti, supponendo che potessero conoscere più persone. Complessivamente, arrivarono a destinazione solo 64 dei 296 pacchi. Non molto, ma abbastanza per quella che oggi è conosciuta e ricordata come la Small world theory, ovvero la Teoria del piccolo mondo.
Oggi, grazie ad Internet e Social Network, è stato facile ripetere l’esperimento.
Nel 2001 Duncan Watts, docente alla Columbia University, ha ricreato l’esperimento utilizzando delle email al posto dei pacchi. Il risultato, dopo le analisi, ha portato di nuovo al numero 6.
Nel 2006, tramite Messenger, si è visto come la media dei gradi di separazione tra gli utenti si aggiri intorno al 6,6.
Dunque, possiamo dire che non sia cambiato poi tanto dal non molto lontano esperimento di Milgram.
Stanley Milgram è famoso anche per un altro importantissimo esperimento riguardante l’antisemitismo. Curioso di sapere come è andata? Leggi qui.
Martina Casentini
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