Mozart, il miracolo di Salisburgo
Quando Wolfgang Amadeus Mozart morì, all’età di trentacinque anni, era il 5 dicembre 1791.
Sepolto in una fossa comune al cimitero di St. Marx, lasciava al mondo un patrimonio musicale ricchissimo, considerata la sua breve vita.
Un genio capace di influenzare profondamente la musica del suo tempo.
Enfant prodige è un termine molto abusato al giorno d’oggi ma nel caso del compositore tedesco potrebbe risultare addirittura riduttivo: all’età di quattro anni iniziò a suonare il clavicembalo, a cinque componeva piccoli brani e a otto era già un virtuoso.
A partire dal 1762 il padre Leopold presenta il figlio alle principali corti europee. “Il miracolo che Dio ha fatto nascere a Salisburgo”, amava definirlo. Un genio dalla personalità forte che per primo tentò di intraprendere la carriera da libero professionista, poco incline ai compromessi che il musicista di corte era costretto a sopportare. Una scelta coraggiosa ma fallimentare per il contesto storico.
Capace di scrivere uno spartito senza correzioni, Mozart è stato forse il più grande compositore mai esistito.
«E per me un mondo senza Mozart sarebbe ancora più povero di un mondo senza Socrate» disse Herman Hesse.
Disegno di Simone Passaro
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