Non toccatemi i K-Drama: 8 cliché coreani di cui non si può fare a meno
Correva l’anno 2011 quando ho fatto la straordinaria scoperta che le serie tv appassionanti non sono soltanto in lingua inglese.
Complice una sessione universitaria piuttosto stressante e l’algoritmo di YouTube asian friendly, guardai il mio primissimo korean drama col cuore pieno di gioioso stupore, trovando in quei sedici episodi da un’ora l’uno tutto ciò che avevo sempre cercato nelle serie tv anglofone.
Situazioni ridicole e divertenti, dichiarazioni d’amore super cheesy ma d’effetto, colonne sonore che restano in testa per giorni e giorni, e soprattutto brevità, ché di aspettare vent’anni per un finale di stagione mi ero parecchio stufata.
Dopo quasi dieci anni passati a guardare K-Drama, mi piace pensare di essere un’esperta in materia. Certo, non ci vuole una laurea in serie tv asiatiche per accorgersi che ci sono elementi che ritornano, ancora e ancora, in ogni storia, non importa quanto diversa dalle altre, non importano il genere o la casa di produzione. Si potrebbe pensare che sono stufa, ormai, di ritrovare gli stessi cliché in ogni serie coreana, ma non è affatto così. È come sentirsi a casa, essere in un territorio conosciuto e amato. Quasi ci resto male, se non ci sono tutti gli 8 cliché all’appello. Li esigo. Ed è sempre bello vedere come gli sceneggiatori, per rendere le cose interessanti, mescolano gli elementi “classici” con le novità. Vediamo insieme quali sono le scene must dei K-Drama.
La doccia. Benedetta, benedetta scena della doccia! Intensa, piena di malinconia o riflessioni profonde, oppure messa lì a caso per riempire un minuto morto. Poco me ne frega. C’è il primo piano degli addominali del protagonista bono di turno, e questo è sufficiente.
La suocera. Questo cliché è meno piacevole, a volte addirittura estenuante. La suocera cattiva si oppone agli innamorati, vuole di meglio per il proprio figlio e farà qualsiasi cosa per impedirgli di sposare la donna che ama, troppo inferiore a lui socialmente, troppo povera o strana. È un evergreen. Talvolta si presenta, eccezionalmente, sotto forma di suocero, ma c’è. È la grande prova che un amore deve superare per essere legittimato.
Il quadrato amoroso. “Il triangolo no”, è troppo banale. Meglio il quadrato: A e B si amano, ma anche C è innamorato di A, mentre D è ossessionata da B. Seguono piani per rovinare la relazione e separare i due amanti. È qui che il pubblico si divide: o parte la ship della protagonista con “l’altro” o si maledice il personaggio per essersi intromesso nelle faccende di cuore altrui. Si sa che forzare l’amore non funziona mai. Andiamo C e D, accettate la sconfitta e andate avanti con le vostre vite!
L’abbraccio da dietro. Non pensate male, di solito è un momento dolcissimo. La protagonista dubita di se stessa, o apre il suo cuore e si aspetta un rifiuto, e invece… ecco che lui la ingloba nel suo abbraccio, affondandole il viso tra i capelli, e le dice che andrà tutto bene. C’è bisogno di questo momento, per lei ma anche per noi, che guardiamo e sospiriamo sollevati. Andrà tutto bene!
Piggyback Ride. Il termine inglese si riferisce all’azione di portare qualcuno “a cavalluccio” sulle spalle. Nei K-Drama, succede solitamente quando la protagonista è troppo ubriaca per camminare fino a casa, oppure si è fatta male ai piedi e ha bisogno di aiuto. È l’occasione perfetta per i due personaggi di stringersi, di capire che forse provano qualcosa l’uno per l’altro.
Il bacio accidentale. Okay, questo è quasi sempre irrealistico e ridicolo. Ma che divertimento quando due personaggi si baciano per sbaglio e poi sono lì a morire d’imbarazzo. “Come accade?”, chiederete voi. Bella domanda. Inciampano e succede, oppure scambiano una persona per un’altra. L’avevo detto che è ridicolo, ma nel mondo dei K-Drama tutto è possibile.
Il viaggio in America. Nove volte su dieci, uno dei due innamorati deve partire per l’estero e stare via almeno un anno. C’è la prova dell’amore a distanza da superare. Di solito, si tratta di un lavoro negli Stati Uniti, perché i coreani hanno un feticismo per l’american lifestyle, ma anche l’Inghilterra è una meta gettonata. La cosa importante è che l’amore vero supera tutto, anche la lontananza.
L’amnesia. Ultimo cliché, quello più vecchio, che per fortuna sta cadendo in disuso. L’avrete già capito, uno dei due innamorati ha un grave incidente e perde la memoria, dimenticando l’esistenza del grande amore. Tragico, ai limiti della soap opera, ma se fatto bene è un dolce tormento, che ricompensa sempre con finali romanticissimi e strappalacrime dei due che tornano insieme quando i ricordi riaffiorano.
Che dite, vi ho fatto venire voglia di guardare un drama coreano? Io dico che, se iniziate, poi non riuscirete più a farne a meno. Parola di K-Drama Addicted.
Claudia Moschetti
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