Oh, Oh, Oh, e altre cose che non sapevi sul Natale
“Cosa ne pensi del Natale?”
“Mi piace”, disse.
“Penso che dovremmo averlo ogni anno”, scrive Liz Flaherty in uno dei suoi romanzi, ed effettivamente, come darle torto?
Con i suoi profumi, la sua atmosfera, le sue lucine, i suoi colori e il calore che è in grado di trasmetterci, il Natale è il momento più magico e atteso dell’anno. E forse anche quello che più ci rende felici.
Ma la magia del Natale risiede anche nelle tante storie e leggende che da anni ci accompagnano in questi giorni di festa e che tanto ci fanno sognare.
Qui ve ne raccontiamo alcune.
In un articolo precedente abbiamo già raccontato la leggenda che si nasconde dietro il nostro tanto amato albero di Natale, ma ci sono tanti altri dettagli che non possono certo mancare. Uno tra tutti, il vischio.
Complice degli innamorati, insieme alla famosa stella di Natale, il vischio è una delle piante che da sempre fa parte dell’arredo natalizio e che, come quasi ogni addobbo tipico, deve la sua popolarità a miti e leggende. Sapete, per esempio, come sia nato?
Leggenda narra che un vecchio e avido mercante, che per tutta la vita era stato burbero e cattivo con chiunque, una sera che non riusciva a dormire, affacciandosi alla finestra, vide un gran numero di persone camminare in strada con una fiaccola in mano.
La cosa gli parve strana ma ciò che lo stupì maggiormente fu che tra quella folla, qualche anima gentile, lo invitò ad unirsi a loro. L’uomo, conscio del fatto che non meritava per niente quell’affetto che gli stavano dimostrando per via della sua cattiveria, scese in strada felice come non mai.
Dopo qualche ora di cammino arrivarono davanti alla grotta di Gesù e il vecchio avaro vide che tutti entravano ad omaggiarlo con un dono, persino i più poveri, tranne lui che al contrario di altri, poteva invece permettersi il dono più grande e prezioso di tutti. Così si inginocchiò davanti al signore e pianse implorando perdono.
La leggenda vuole che quelle lacrime che trasformarono il suo cuore in pura bontà, divennero delle palline bianche su foglioline verdi.
Ma c’è un’altra cosa da aggiungere che forse ci spiega meglio il perché siamo soliti appendere del vischio sopra le nostre porte. Questa sempre verde dalle palline bianche, pare venisse utilizzata dai druidi come pianta medica in grado, secondo loro, di guarire qualunque malattia. Di base, quindi, oltre ad una chiave di lettura più religiosa, il motivo per il quale ogni anno non ci facciamo mai mancare qualche ramoscello di vischio nelle nostre case, è perché esso è segno di benessere, prosperità, buona fortuna e la speranza di tenere lontano le avversità. Che mai come quest’anno, ne avremmo davvero bisogno.
Un altro buonissimo e immancabile decoro è il famoso bastoncino di zucchero, che dalla tradizione americana e anglosassone, è arrivato anche in Italia.
Adorato da i bambini, ma non solo, questo simpatico dolcetto di zucchero racchiude in realtà molti significati.
Leggenda vuole che sia stato pensato e creato da un abile pasticciere con la speranza che tutti potessero ricordarsi di Gesù in qualsiasi momento. Di fatti: la forma “J” rappresenterebbe sia l’iniziale del nome di Gesù in inglese (Jesus), sia ricorderebbe la forma di un bastone di un pastore come metafora del fatto che Gesù sia il nostro pastore. I colori richiamerebbero invece la purezza rappresentata dal bianco e il rosso il sangue del salvatore versato per il suo popolo. Infine, il sapore alla menta peperita, ricorderebbe quello dell’issopo, ovvero una pianta aromatica che veniva utilizzato per purificare.
A questo punto, mi viene spontanea una domanda: vi siete mai chiesti perché tra i vari addobbi natalizi, non manca mai Rudolph, la renna dal naso rosso più amata dai bambini?
Beh, la leggenda narra che insieme alle nove renne che trainano la slitta di Babbo Natale, ce ne fosse una in particolare che, a causa del suo bel nasino rosso scintillante, veniva spesso derisa dal resto del branco. Eppure, una notte che Santa Claus perse l’orientamento a causa di una forte nebbia, fu proprio Rudolph ad aiutarlo. Illuminandogli la strada col suo simpatico naso, la renna riuscì a riportarlo sulla giusta strada e insieme riuscirono a consegnare i regali a tutti i bambini del mondo.
Da quel momento in poi, ogni anno, Rudolph si posiziona a capo della slitta per illuminare la strada al pancione più simpatico che esista.
Ma insieme a Rudolph, c’è un altro oggetto che si vede spessissimo in questo periodo di festa. Sto parlando del famoso schiaccianoci, il soldatino di legno dal cappellino rosso e la bocca forte.
Sapete per caso quale sia la storia che si nasconde dietro questo giocattolo/utensile? No? Allora ve la racconto io.
Diventato ormai simbolo del Natale, la storia che si nasconde dietro questo iconico pezzo di legno ha origini antichissime. Si racconta infatti, che tutto ebbe inizio nel XVI secolo, quando un piccolo paesino della Germania, oppresso dall’innalzamento delle tasse, decise di protestare realizzando questo simpatico schiaccianoci. Fu una protesta così d’impatto e creativa che da questa storia sono nate poi molte rivisitazioni e il famoso balletto di Cajkovski. In breve tempo il soldatino si diffuse in tutta la Germania e non solo, diventando con il tempo un accessorio natalizio immancabile riprodotto in tutte le varianti possibili.
Insomma, dietro ogni addobbo si nasconde qualcosa di significativo. E voi, cari lettori, conoscete qualche altra tradizione e leggenda?
Adele De Prisco
Disegno di Simone Passaro
Vedi anche: Cos’è l’otto dicembre e perché addobbiamo l’albero proprio in questo giorno?