Tradizioni napoletane a tavola: guida al Natale
Tutti amiamo il momento in cui la tavola natalizia è imbandita!
Siamo tutti seduti e pronti per iniziare il banchetto.
A Napoli, infatti, la sera della Vigilia e non solo, non si mangia se prima non si sono seduti tutti gli invitati.
Oggigiorno abbiamo a disposizione una vasta gamma di pietanze: alcune tradizionali mentre altre sono state introdotte in un secondo momento nel nostro classico menù delle feste natalizie, come il cocktail di gamberi, i voulevant con patè di salmone selvaggio, l’insalata russa e tanto altro ancora per una cena gourmet.
Noi napoletani non amiamo però cambiare le tradizioni culinarie, anche perché durante le feste “c’amma abbuffà” con i piatti tipici delle festività attesi con acquolina da grandi e piccini.
La sera della Vigilia di Natale, “di magra” perché principalmente sulle tavole ci sarà del pesce, in realtà noi napoletani iniziamo una lunga cena che parte dagli antipasti: polipo verace all’insalata, alici marinate (piatto molto povero ma molto buono), insalata di rinforzo con le acciughe o alici salate, che può piacere o meno ma resta un must del Natale e resterà nella classifica dei piatti che si conservano anche per i giorni a venire.
Un altro tipico piatto graditissimo, soprattutto dai bambini, sono le zeppole di pasta cresciuta, imbottite di provola, alici, salame e ricotta “fuijut” (perché molto spesso si perde nell’olio bollente della frittura), accompagnate dai broccoli di Natale pieni di limone.
Ad aver letto queste pietanze già ci siamo saziati ma… la notte è ancora giovane! Infatti, è arrivato il momento dei primi piatti, il famosissimo spaghetto a vongole. C’è chi lo preferisce in bianco e chi con il pomodorino vesuviano del Piennolo, l’importante è la freschezza della vongola che si deve sentire. Le famiglie più povere, che non potevano permettersi l’acquisto delle vongole, in passato come sostituto di questo primo piatto facevano pasta, olive e capperi! Non è la stessa cosa ma ci si accontentava pur di festeggiare.
Dopodiché, ecco il pezzo forte: la frittura di paranza, capitone e baccalà accompagnata da insalata russa per finire in bellezza o, come si dice, per pulire la bocca. Capitone e anguille restano un trauma per molti bambini o un bel ricordo a seconda dell’indole dei piccoli. Si devono, infatti, comprare rigorosamente vivi e vegeti, meglio non spiegare il perché…
La frittura di pesce è il piatto più “ricco”: triglie, calamari, merluzzetti, gamberetti, un po’ di sale e pepe e sentirete che bontà! Il baccalà è il pesce più pericoloso di tutti per l’odore che impregna tutta la casa, tende comprese, e per le spine che spesso sfuggono al nostro controllo.
Una piccola premessa per l’insalata russa: non è come l’insalata capricciosa anche se ha qualche variante, per esempio con l’aggiunta del tonno o dell’uovo sodo. Il giorno dopo, se avanza, ve lo assicuro, è ancora più buona e si apprezza di più.
Il momento dei dolci è sacrosanto! Anche se si è pieni il posto per il dolce c’è sempre! Ovviamente da noi il posto non è per il dolce ma per “i dolci”. Via libera allora a struffoli, cassate, cannoli, roccocò, mustaccioli e raffiuoli, panettoni e pandori, torroni e cioccolato.
Molte famiglie fanno anche la pastiera anche se è un piatto di tradizione pasquale. E poi, ecco a voi, lo spasso: noci, nocciole, arachidi, datteri, fichi secchi, pistacchi e chi più ne ha, più ne metta!
Ah, ho dimenticato! Naturalmente il tutto è accompagnato da un buon vino bianco e da liquori quali il limoncello, il mandarinetto, il nocillo e il Passito di Pantelleria! Ci sta bene anche una buona marsala e l’anisetta per tirarci su.
Anche se vi siete addormentati, con un bicchiere di Citrosodina per digerire, la mattina del 25 dovete essere pronti per il secondo round che riguarderà la carne. Molti a Natale mangiano la minestra (un insieme di verdure e gallina o carne rossa), la minestra maretata (un insieme di verdure e carni miste grasse), tortellini o tagliolini in brodo. A casa mia c’è poi come tradizione pasta al forno, lasagna o pasta con la ricotta e agnello al forno con le patate per il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre.
Ogni famiglia ha le sue tradizioni per i pranzi delle festività natalizie, ma quasi tutti iniziano con taglieri di salumi di ogni tipo, immancabili le rimanenze del giorno prima e a conclusione del pasto frutta secca e dolci.
Natale e il periodo natalizio è uno dei momenti più magici dell’anno e va vissuto con la gioia di un bambino per l’attesa dei regali. Attendiamo allora queste feste seguendo la tradizione, disponendo il nostro animo alla speranza di un futuro migliore. Auguro a tutti buone feste!
Ada Di Domenico
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