Walt Disney, l’ultimo che divenne primo
«Da oggi il mondo è più povero».
Il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan commentò così la scomparsa di Walter Elias Disney, il 15 dicembre 1966.
Arrivato ad Hollywood con un cartone animato incompleto in valigia, Walt è stato tra le menti più importanti e creative del ventesimo secolo. Un uomo che, seppur con qualche ombra, ha esercitato un’influenza duratura sull’arte del film d’animazione e sull’infanzia di intere generazioni.
Era il 23 luglio 1923 quando la Laugh-O-Gram Studio, primo studio di animazione fondato da Walt, dichiarò fallimento. Il tentativo di creare un corto in live action di Alice in Wonderland si rivelò più dispendioso del previsto. Troppo.
Inizia così l’avventura hollywoodiana del giovane Walt e di suo fratello Roy, che dal garage dello zio fondarono la Disney Brothers Studios e proprio grazie a quel corto incompleto di Alice ottennero il loro primo contratto dalla distributrice Margaret Winkler.
Pochi anni più tardi, con l’aiuto dell’amico di infanzia Ub Iwerks, la nascita di Oswald the Lucky Rabbit: il primo successo di Walt. Un successo che gli venne strappato via pochi anni più tardi dalla stessa Margaret e dal marito Charles Mintz che ottennero i diritti del coniglio fortunato.
Abbandonato da gran parte del suo staff e ancora scottato dalla vicenda Oswald, insieme all’amico Iwerks, iniziò a progettare la creazione di un nuovo personaggio: Mickey “Mortimer” Mouse.
«Spero solo che non ci dimenticheremo mai una cosa: tutto è cominciato con un topo».
Sfruttando l’introduzione del sonoro nella cinematografia, riuscì a trovare una distribuzione per Steamboat Willie, il primo corto d’animazione con effetti sonori e dialoghi sincronizzati.
Walter Disney era un genio con lo sguardo rivolto al futuro. Un sognatore ostinato, che ha sempre creduto nelle proprie idee: per la realizzazione di Biancaneve, primo lungometraggio animato a colori nella storia della cinematografia statunitense, Walt si indebitò rischiando la bancarotta.
Il film riscosse un successo senza precedenti. Nessuno avrebbe scommesso un penny sulla sua riuscita. Nessuno, tranne Walt.
Alcune frequentazioni poco raccomandabili, il carattere burbero e pignolo ne hanno macchiato il mito. Questo perché Walter Elias Disney non era un mito ma un uomo come tanti, con pregi e difetti.
Trasformò l’intrattenimento del XX secolo, anche con flop clamorosi come Fantasia, alimentando le menti creative di tutti noi e scrivendo un pezzo di storia della cinematografia.
Ti voglio bene, Walt.
Disegno di Simone Passaro
Vedi anche: Buon compleanno Fantasia: da flop a top