Complesso di Giocasta: tale madre, tale figlio!
Molto spesso sentiamo parlare del cosiddetto Complesso di Edipo.
Forse però non tutti sanno che, per diretta conseguenza, il complesso appartiene anche a sua madre: Giocasta!
Sarebbe superfluo dilungarci troppo a spiegare in cosa consista il complesso di Edipo, elaborato da Sigmund Freud nella sua ricerca psicoanalitica. A grandi linee potremmo dire che si tratta del conflitto che un figlio sviluppa nei confronti dei sentimenti contrastanti che prova per il padre, dovuti alla competizione amorosa per avere la madre.
Ma, mitologicamente, chi era Edipo? La sua storia è narrata nella tragedia greca di Sofocle chiamata proprio Edipo re, in cui si narrano le gesta di un eroe greco che, alle prese con i mostri del suo passato, si provoca la perdita di un occhio, lo spodestamento autonomo dal trono di Tebe, e addirittura chiede anche l’esilio. Sono sicuro vi stiate chiedendo quale oscuro passato tormentava Edipo, ebbene, c’è da sapere che, inconsapevole del fatto che fosse il padre, uccise il Re Laio e, come se non bastasse, procreò con Giocasta, non conscio del fatto che si trattasse di sua madre.
Così come Freud analizzò il desiderio incestuoso dei figli, nel 1920 lo psicanalista svizzero Raymond de Saussur utilizzò l’espressione “Complesso di Giocasta”. Per quanto possa sembrare un qualcosa del tutto fuori dal mondo, così non è. Sono decine, ogni anno, di fatti, le denunce in tutto il mondo verso donne che hanno abusato dei propri figli, spesso molto piccoli e quindi incapaci di reagire. Nel 1994, si registrò un caso molto vicino a noi, nel Salernitano. La donna, Lucia Cammarano, fu infatti condannata a tre anni di reclusione per aver abusato dei suoi tre piccoli. Lo psicanalista Sandro Gindro commentò l’evento così:
“Nella mia esperienza di analista posso dire che i casi di violenza sessuale da parte delle donne sono molto più numerosi di quanto normalmente appaia. Spesso mi accade di ascoltare pazienti che raccontano di essere stati posseduti dalla madre fino all’età di 15 o 16 anni. D’altronde l’attrazione tra madre e figlio è un fatto reciproco che, fin quando è controllato, può essere considerato un fenomeno assolutamente normale anzi direi che il contrario sarebbe patologico. Naturalmente episodi di questo genere segnano un forte squilibrio nella formazione della personalità. Tutti i maschi nutrono timore nei confronti delle donne, per la paura di essere risucchiati dal ventre materno e naturalmente in questi casi la paura si amplifica enormemente fino a procurare la completa incapacità di gestire i rapporti con gli altri o, ancora più spesso, l’impotenza”.
Spesso si sente parlare di orribili abusi ai danni delle donne, il contrario è più raro, la verità è che eventi del genere causano più dolore a distanza di tempo, a mente lucida, che nell’immediato. Un bambino sessualmente abusato dalla figura che egli vede come sua protettrice è un bambino che va in contro a destabilizzazioni psicologiche gravi, e questo lo intese già Sofocle 2500 anni fa. La scoperta che mi ha fatto gelare il sangue è che in molti paesi dell’America latina l’incesto è socialmente accettato e legale tra adulti consenzienti, mentre in Russia è legale ed accettato in qualsiasi circostanza. Sono sicuro che, se Sofocle fosse vivo, non avrebbe bisogno di scrivere le sue tragedie, rimarrebbe già abbastanza scosso da ciò che lo circonda.
Giovanni Perna
Vedi anche: L’omosessualità nell’antica Grecia: il ritratto di una società libera