Gossip Girl day: tra celebrazioni e nostalgia in attesa del reboot
«Buongiorno Upper East Side»!
Oggi, 26 gennaio, è il Gossip Girl day: una giornata dedicata alla serie tv più amata dalle teenager dello scorso decennio.
La data è stata scelta simbolicamente il giorno della trasmissione del centesimo episodio, nel 2012, dall’allora sindaco di New York, Micheal Bloomberg, per celebrare lo straordinario successo del teen drama che ha offerto un realistico spaccato della vita sociale di Manhattan.
A distanza di 9 anni dall’uscita dell’ultima stagione, la serie merita ancora di essere ricordata e riguardata, a maggior ragione considerando che proprio in questo 2021 uscirà un reboot.
Gossip Girl è una serie televisiva statunitense Hbo, trasmessa dal 2007 al 2012, in sei stagioni. È tratta dall’omonima collana di libri di Cecily von Ziegesar.
Gossip Girl è un’anonima blogger che spiffera i segreti dei giovani rampolli di Manhattan e che, in particolare, prende di mira: Serena van der Woodsen, Blair Waldorf, Chuck Bass e Nate Archibald e tutti coloro che vi ruotano intorno, tra cui i fratelli Dan e Jenny Humphrey i quali, a differenza dei quattro, non navigano nell’oro e sono di Brooklyn.
Non è solo un teen drama, è una tagliente satira sociale. La voce della gossippara, che ci accompagna in ogni episodio, mette alla berlina un mondo altolocato di ostentazioni e di apparenze, tra outfit all’ultima moda, vizi, giochi di potere e gala mondani.
«L’Upper East Side sembrava uscito dalla penna di Fitzgerald o Thackeray. Teenager che si comportavano come adulti. Adulti che si comportavano come teenager nascondendo segreti, scrivendo gossip, vivendo nell’opulenza più vera e sfrenata….».
Lo spettatore si trova nella medesima posizione dei fratelli Humphrey: outsider in una realtà estranea e ostile, ma che simultaneamente ci affascina, attirandoci a sé con malia come le sirene con Ulisse.
Dietro le “maschere” sociali, si nascondono i problemi comuni degli adolescenti, conto in banca a sei cifre o meno.
Primo fra tutti,terribilmente moderno, il problema del cyber bullismo e della pervasività dei social che inghiottono la sfera privata in una spirale di ossessione per il pensiero altrui e di autodistruzione.
È la prima serie che scava nei meandri della psiche adolescenziale, portandone alla luce i moventi, le paure, i complessi: la necessità di costruirsi una personalità, di tracciare la propria strada, i problemi generazionali con la famiglia e i moti di ribellione per la convinzione di non essere compresi da nessuno.
Serena (Blake Lively) è una dea: gambe chilometriche, sorriso radioso, lunghi capelli dorati e ricca. Insomma, un po’ di invidia la fa.
Viene descritta spesso come una ragazza frivola, ma a ben vedere non lo è. Certo, nei primi episodi compare come una traditrice che è andata a letto col fidanzato storico della migliore amica Blair e questo ce la fa mal guardare. Tuttavia, nel corso delle stagioni ne capiamo la fragilità psicologica, causata da una madre ipocrita, egoista e calcolatrice (Lily, la quale cambia un marito all’anno), da un padre assente e da un sito di pettegolezzi che la perseguita. Uscita da una spirale di alcool e droga, sembra intenzionata a mettere la testa a posto e soprattutto – forse questo è il suo vero limite – a trovare il grande amore, passando da un “caso umano” all’altro, tanto che vorresti gridarle: «E svegliati Serena!»
Nate è speculare a Serena in fallimenti amorosi. È il prototipo del principe azzurro con l’occhietto penetrante e i modi da bravo ragazzo, però è un altro che dovrebbe svegliarsi! È schiacciato dal peso del nonno e del buon nome, dai quali cerca di affrancarsi per riuscire a dimostrare di valere da solo.
Blair è la regina: forte, orgogliosa,sofisticata, manipolatrice e complottista. Suscita emozioni oscillanti tra odi et amo. Nelle prime stagioni soprattutto “odi”: è una di quelle ragazzine viziate che pensano sia loro tutto dovuto e, infatti, è una bulletta. Conoscendola meglio – specie grazie all’amore di Chuck, il suo punto debole – emerge il suo lato nascosto, umano e apprezzabile.
Chuck Bass è il motivo principale per cui guardare GG, il secondo è la sua emozionante e tormentata relazione con B. Lui è affascinante, plurimiliardario e dannato. L’uomo perfetto per innescare la sindrome da crocerossina. È il personaggio più dinamico nella narrazione. La sua è una parabola di formazione: da immaturo, scavezzacollo e viscido sciupafemmine, a uomo maturo dal cuore nobile, profonde ferite da ricucire e una volontà di rivalsa contro l’ingombrante autorità paterna.
Il ragazzo solitario e aspirante scrittore Dan è una sorpresa, a tratti amara a tratti piacevole. Arrivati al gran finale abbiamo un’immagine ricomposta di lui completamente diversa rispetto alle prime stagioni. È un ipocrita e finto perbenista che desidera solo inserirsi nell’alta società tanto criticata. Non avendo il “diritto di nascita”, vi si insinua scrivendo e… fa scacco matto a tutti. Nonostante la fastidiosa parentesi amorosa con B, è l’anima gemella di S.
Il team di Brooklyn, che include la sorella Jenny e Vanessa Abrams (entrambe doppiogiochiste e arriviste) si rivela detestabile! Eccezion fatta per il padre dei fratelli, Rufus: pecorella troppo buona in un branco di lupi.
Tanti i personaggi che affollano le sei stagioni e che richiederebbero un’analisi, giusto per citarne un paio: la diabolica Giorgina e l’impassibile Bart Buss, il vero nemico.
Il motore trainante e il colpo di scena finale ruotano intorno allo svelamento dell’ identità di GG.
Sono follemente innamorata della serie, sebbene nelle ultime stagioni si tenda ad allungare il brodo, perdendo la verve iniziale. Le uniche critiche sono sull’ambiguo rapporto di amicizia tra B e S, eccessivo di sotterfugi e di ripicche e gli intrecci sentimentali di tutti con tutti.
Per il resto nulla da obiettare: personaggi ben costruiti, trama interessante e mai banale, scenari di una NY da sogno, track da urlo e stile iconico! La moda e il buon gusto nel vestire regnano sovrani, influenzando il pubblico. Ogni look è minuziosamente cucito addosso a ciascun personaggio.
Realizzare un reboot di un prodotto tanto riuscito è sempre un rischio.
Secondo quanto dichiarato, sappiamo che nel rifacimento Josh Schwartz e Stephanie Savage, gli sceneggiatori originali, saranno i produttori esecutivi, mentre la scrittura sarà affidata a Joshua Safran. Sarà ambientato otto anni dopo la conclusione dell’originale, quando il blog di GG è stato oscurato. Stessi luoghi, ma attori nuovi, come possiamo vedere dal primo scatto sul set.
Il cast è notevolmente diverso dal precedente, più politically correct. Le due protagoniste saranno sostituite da Emily Alyn Lind e Whitney Peak, affiancate da Eli Brown, Jonathan Fernandez, Lethal Weapon…
Gli autori vogliono restituire un ritratto sociale più adeguato ai tempi, inclusivo e aperto a ogni forma di diversità, sia geografica sia di genere.
Non sarà facile accettare e affezionarsi a nuovi volti, ma le premesse sembrano interessanti.
I punti fermi saranno la voce di Kristen Bell per Gossip Girl e Eric Daman a curare i costumi.
In attesa di poterci immergere nella nuova versione, ci salutiamo come farebbe la blogger più famosa di NY:
«Non vi sarete mai liberati di me, ci sarà sempre qualcuno che guarda da fuori e cerca di entrare… Pensavate che le vite scandalose dell’èlite di Manhattan fossero al sicuro? Preparatevi, sto tornando! xoxo, Gossip Girl».
Giusy D’Elia
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