Quando ci parlano delle Quattro giornate di Napoli, ci viene in mente solo una fra le tante fasi atroci delle guerra.
Drammatiche fasi di rastrellamento, deportazioni e fucilazioni di prigionieri in piazze, strade e stadi.
Ci stupiamo, ma non la concepiamo davvero come qualcosa di realmente tangibile.
Non immaginiamo la città di Napoli e i suoi abitanti, in quei quattro giorni, che si alzano e combattono carichi di forza e con tutti i mezzi possibili per allontanare le truppe tedesche.
È proprio vero che spesso tendiamo a non voler guardare realmente, con occhi ben aperti, le cose che ci appaiono lontane…figuriamoci una guerra.
Se invece sbirciamo con i nostri occhi, anche solo da una piccola fessura, possiamo capire che le mani si possono sporcare realmente e che anche un bambino può fare la guerra.
Disegno e didascalia di Vincenza Topo
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