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La lingua dei segni: ti parlo con le mani
Le lingue dei segni costituiscono una forma di comunicazione veicolata da, appunto, segni delle mani, espressioni e movimenti del corpo, e sono utilizzate nella fattispecie da soggetti muti o non udenti.
La lingua dei segni è antichissima: già nell’epoca preistorica vi erano comunità sorde che comunicavano tramite gesti; i primi a indagare al riguardo furono Socrate o Aristotele, sebbene non riconoscessero a questa forma di comunicazione lo statuto di lingua di cui gode oggi.
Secondo i linguisti, il padre della lingua dei segni è stato un frate spagnolo, Pedro Ponce de Leon.
Un fattore molto interessante riguarda l’intercomprensibilità tra sordi: il linguaggio dei segni non è universale, ma proprio come le lingue verbali, differisce da stato a stato.
E proprio come avviene durante le fasi di acquisizione linguistica infantile, durante le quali i bambini udenti si cimentano nella produzione di lallazioni verbali, anche i bambini sordi sperimentano il proprio linguaggio con gesti delle mani casuali ed originali: in fin dei conti, questo linguaggio così affascinante ci è molto più vicino di quanto si pensi!
Vedi anche: Jacques Mehler: la lingua è la melodia della nostra infanzia