La Ruota dell’Anno: il calendario neopagano ed il viaggio del Dio
Lasciate perdere le vecchie immagini delle streghe a cui siamo abituati, quelle dai nasi arcuati, piene di nei e dai cappelli a punta.
Perché le megere a cui faremo riferimento oggi non sono certo quelle di Hocus Pocus, e nemmeno di Gabry Ponte, ma creature che hanno deciso di vivere seguendo la ciclicità della natura e venerandone ogni sua sfaccettatura.
Stiamo infatti parlando della strega neopagana, di cui fa parte, insieme ad altri sottogruppi, quella più famosa e conosciuta nel gergo moderno come wicca.
Il neopaganesimo affonda le sue radici in moltissime tradizioni, prime fra tutte quella celtica e pagana romana. Non è un caso, di conseguenza, che alcune date importanti coincidano con eventi simbolo della religione Cristiana, come vedremo nel corso del racconto.
I wiccan, nella loro religione, celebrano la vita del Dio, un essere supremo che, durante il corso dell’anno, segue il naturale percorso di nascita, crescita e morte. Questi momenti salienti vengono scanditi in otto Sabba, o Sabbath, che sono stati rappresentati graficamente per la prima volta, intorno alla seconda metà del Novecento, nella “Ruota dell’Anno” di Ross Nichols.
I Sabba si suddividono in maggiori e minori, di cui questi ultimi (Yule, Ostara, Litha e Mabon) sono comunemente identificati con i nostri equinozi e solstizi.
Le feste che si tengono in questi giorni hanno un fascino magico, i rituali religiosi rappresentano l’anello mancante fra realtà e leggenda, il velo sottile che unisce il regno materiale e quello ultraterreno.
Siete pronti ad entrare nel vivo dei Sabba?
Allora preparatevi: il viaggio del Dio e della Dea ha inizio.
Samhain. 31 Ottobre.
Se vi dicessi che la vigilia del mese di Novembre coincide, per la cultura celtica, con l’inizio dell’anno? Halloween, la celebre festa dei morti, originariamente rappresentava l’ultimo giorno di raccolto agricolo.
Per la religione neopagana, questo era il momento in cui si ricordava il Dio che aveva lasciato il mondo terreno. La tradizione di venerare gli spiriti è qualcosa che si è tramandato anche con l’avvento del Cristianesimo, basti pensare alla commemorazione dei defunti dell’1 e 2 Novembre.
Ad oggi, Samhain viene festeggiato in molti luoghi anglofoni come la Scozia e l’Irlanda, dove si usa accendere grandi falò e sfilare in maschera per le strade delle città.
Yule. 21 Dicembre.
Nella notte più fredda dell’anno, la Dea dà alla luce un nuovo Dio. Cosa vi ricorda?
La storia di Yule è una delle più interessanti per i riferimenti storici a cui essa è legata. Il culto del Sol Invictus, portato a Roma dall’imperatore Aureliano, è divenuto importantissimo per i cristiani, che lo ricollegano alla nascita di Gesù, un Messia portatore di luce. Di conseguenza, Yule si verificherebbe qualche giorno prima del nostro Natale, quando il sole, dopo la notte del Solstizio d’Inverno, ricomincia la sua ascesa.
Inoltre, è dalla festività di Yule che deriva l’usanza di addobbare l’abete e l’utilizzo del vischio, tradizioni che ancora oggi sono colonne portanti del Natale che tutti conosciamo.
Imbolc. 2 Febbraio.
Culmine del periodo invernale, viene celebrato il giorno della Candelora, più conosciuto come il momento della presentazione di Gesù al tempio.
Per la sua etimologia, (in irlandese, letteralmente, si traduce con “in grembo” ), nella cultura neopagana rappresenta il periodo in cui la Dea si riposa per riprendersi dal parto.
Ostara. 21 Marzo.
La tradizione germanica vede come protagonista di questa celebrazione la dea della fertilità Eostre.
Nel giorno dell’Equinozio di Primavera la terra rinasce, e con lei anche i suoi abitanti.
Ecco il motivo per cui, dopo l’avvento del Cristianesimo, questa festività pagana è stata identificata con il periodo pasquale, in riferimento alla morte e resurrezione di Cristo, portando con sé gli elementi tipici di questa ricorrenza, ovvero il coniglio e le uova, simboli cari ad Eostre.
Nella celebrazione neopagana, il Dio è nella sua piena crescita e giovinezza.
Beltane. 1 Maggio.
In alcune culture, viene celebrato il matrimonio della Dea e del Dio, che si uniscono per dare origine a nuova vita.
A primo impatto, la ricorrenza potrebbe risultare di stampo incestuoso. In realtà, il Dio e la Dea rappresentano un’unica entità, una dualità che non può esistere senza una delle due parti.
Questo concetto è alla base della tradizione wicca neopagana, secondo la quale la divinità può essere intesa come maschile, femminile, o entrambe.
Litha. 21 Giugno.
Il giorno del Solstizio d’Estate è da sempre riconosciuto come il più lungo dell’anno, dove la luce prevale sulle tenebre.
In questo momento, il Dio gode del suo massimo splendore e potere, ma comincia ad intravedere il suo declino, senza opporvi resistenza.
Quello sopracitato è, d’altronde, un altro dei cardini principali della tradizione neopagana, ovvero seguire il processo naturale degli eventi.
Lughnasadh. 1 Agosto.
Ad Agosto comincia il periodo del raccolto, che viene celebrato secondo le usanze celtiche.
Nel neopaganesimo, il Dio decide di sacrificare se stesso tramutandosi in grano, che darà sostentamento al popolo.
Di nuovo è interessante notare come spicchi il parallelismo col Cristianesimo nelle immagini del Gesù sacrificatosi per gli uomini e del corpo di Cristo fatto pane, alimento che si usa durante l’Eucarestia.
Mabon. 23 Settembre.
La storia di Mabon, divinità eternamente giovane della caccia e dei raccolti, è legata alla festività dell’Equinozio d’Autunno, nel quale si ringrazia il Dio per il suo enorme atto di generosità.
In questo giorno, la Dea raggiunge la sua controparte nell’Aldilà per ricominciare insieme (come ogni anno) un nuovo ciclo vitale.
Ilaria Aversa