L’accesso all’acqua potabile è un diritto fondamentale. I passi avanti dell’Unione europea
Avere accesso gratuitamente all’acqua potabile è un diritto per il quale l’Unione europea si batte da anni.
Lo scorso dicembre il Parlamento europeo ha approvato un accordo con i Paesi membri per migliorare la qualità dell’acqua e favorire l’accesso a tutti i cittadini.
Ora, tocca ai singoli Stati.
Il 15 dicembre il Parlamento europeo ha approvato l’accordo con i Paesi UE sulla nuova direttiva relativa all’acqua potabile, la quale prevede un impegno da parte degli Stati membri a garantire un migliore accesso all’acqua di rubinetto di alta qualità.
La direttiva rappresenta un traguardo importante, soprattutto se si considera che l’accesso all’acqua è un diritto di un valore inestimabile dal quale, la maggior parte delle volte, sono escluse le fasce più vulnerabili della popolazione.
Il testo legislativo, adottato in seconda lettura senza emendamenti, agisce indirettamente anche sulla diseguaglianza, generando una riduzione del gap sociale.
Le nuove regole introdotte rappresentano la risposta che oltre 1,8 milioni europei aspettava da tempo: è questa più o meno la cifra dei firmatari dell’iniziativa “Right2Water”, promossa dai cittadini per sostenere azioni volte a implementare l’accesso all’acqua potabile sicura.
Pertanto, ora la parola passa ai singoli Stati. Ciascuno di essi dovrà adeguarsi alla direttiva europea, e per farlo avrà a disposizione due anni di tempo dalla sua entrata in vigore.
I Paesi UE dovranno porre in essere azioni capaci di favorire e garantire la fornitura gratuita di acqua negli edifici pubblici e incoraggiare ristoranti, mense e servizi di catering a fornire l’acqua ai clienti gratuitamente o a basso costo.
Inoltre, dovranno adottare misure per migliorare l’accesso all’acqua per i gruppi vulnerabili, come i rifugiati, le comunità nomadi, i senzatetto e le culture minoritarie come i Rom.
Ma non finisce qui. L’intento delle istituzioni europee è di aumentare la fiducia dei consumatori di acqua potabile proveniente dal rubinetto, perché solo così si potrà anche porre rimedio all’eccessivo uso di bottiglie di plastica.
Per raggiungere questo obiettivo diventa fondamentale l’informazione. I cittadini dovranno essere messi nelle condizioni di poter scegliere l’acqua del rubinetto, consapevoli che quest’ultima non arrecherà alcun danno alla loro salute.
Ed è per questo motivo che l’Unione europea con questa direttiva ha dettato regole più severe circa la presenza di inquinanti nell’acqua. In linea con l’obiettivo di azzerare l’inquinamento, secondo quanto previsto dal Green Deal, la Commissione si è impegnata a monitorare e redigere entro il 2022 un elenco di sostanze considerate nocive per l’ambiente e per l’uomo.
Un ruolo importante è riconosciuto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche che dovrà vigilare sull’utilizzo di prodotti strettamente a contatto con l’acqua, come le condutture e i rubinetti, per garantirne l’adeguatezza.
Questa direttiva, pertanto, segna una svolta decisiva per le famiglie e l’ambiente che le ospita. Si stima che l’accesso sicuro e gratuito all’acqua del rubinetto comporta un risparmio di circa 600 milioni di euro all’anno, nonché una riduzione di rifiuti di platica di cui beneficerà il Pianeta.
«L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari è un diritto umano fondamentale – ha affermato in Virginijus Sinkevičius, commissario europeo responsabile per l’Ambiente, gli Oceani e la Pesca -. L’attuale crisi sanitaria ci ha resi ancora più consapevoli della sua vitale importanza. L’approvazione odierna della direttiva da parte del Parlamento invia un forte messaggio di impegno per un’acqua di rubinetto più sicura per tutti gli europei».
Rosaria Vincelli
Vedi anche: La crisi indiana dell’acqua