L’epifania che ogni festa porta via
Il 6 gennaio è un giorno particolare perché si avverte nell’aria quella malinconia legata alla fine delle feste, ma nello stesso tempo, ognuno è intento nel preparare le famose calze da riempire con tante squisitezze.
Bancarelle, mercatini, calze di ogni specie, con pupazzi, personalizzate, grandi, piccole, di ogni colore e forma.
C’è chi l’acquista per il proprio partner, con tanto di cuori e frasi romantiche, chi per i propri figli, magari con l’aggiunta di pezzi di carbone, ormai di zucchero… insomma: l’importante è che sia abbondante di dolciumi, caramelle e cioccolato (anche se io prediligo sempre la calza Kinder).
E come ogni festa, anche quella della Befana è una giornata dedicata soprattutto ai bambini, che aspettano con ansia e trepidazione di ricevere la propria calza.
Molti di loro sono intimoriti dalla figura della befana, di questa vecchietta che si aggira di notte con una scopa, che vola su ogni casa portando doni e leccornie, quindi l’attendono nel proprio letto, coprendosi con le lenzuola, per paura che la vecchietta in questione possa arrivare da un momento all’altro.
Ma che gioia svegliarsi il mattino e vedere le proprie calze appese piene di caramelle!
Ma cosa significa la parola “epifania”?
Deriva dal greco e tradotta sarebbe “mi manifesto”, “rivelazione improvvisa”.
Si festeggia dodici giorni dopo il Natale, periodo che coincideva, nell’antichità, alla notte dedicata alla luna, quindi assumeva il significato di rivelazione della luce della luna, appunto.
Per i cristiani, questo giorno riguarda la prima apparizione di Gesù bambino ai Re magi.
“La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte” è un’invenzione tipicamente italiana, anche se la tradizione cambia di regione in regione ed ogni località festeggia in maniera diversa.
In Veneto, per esempio, viene acceso un grande falò chiamato “panevin”, con cui cancellare i ricordi dell’anno passato (cosa che dovremmo fare tutto per dimenticare questo 2020).
A Firenze, si organizza uno spettacolo per le strade dove sfilano, su di un cavallo i Re magi.
In Sardegna, si prepara un dolce chiamato proprio “dei tre Re magi”, in cui ingredienti principali sono una fava, un cece e un fagiolo e chi avrebbe trovato il legume nella propria fetta, sarebbe stato fortunato tutto l’anno.
A Matera, è una notte particolare perché la tradizione vuole che i defunti ritornino per portare doni ai propri cari.
In Emilia- Romagna, si racconta che le mura diventino di ricotta.
A Savona, la Befana viene dal mare, in particolare dal porto, per poi distribuire regali.
In Calabria, ogni ragazza recita una canzoncina come augurio per l’anno nuovo.
Ma perché è stata scelta una figura femminile per questa ricorrenza?
Per gli antichi romani, nelle notti di fine inverno, delle giovani fanciulle propiziavano il raccolto dall’alto e si credeva fossero guidate dalla dea Diana, dea della vegetazione.
Di qualunque regione voi siate, mi raccomando: non esagerate con la cioccolata, ma anche sì!
Buona Epifania a tutti!
Alessandra Liccardi
Leggi anche Paese che vai, tradizioni di Natale che trovi