Ma com’è morto? Arresto cardiaco da liquirizia – pro e contro della liquirizia
Quest’estate sono stata in Sicilia.
Le temperature normalmente percepite in un’estate napoletana sono delle gelate a confronto dei picchi che si raggiungono in terra sicula.
Qui chi, come me, soffre di pressione bassa, nelle ore che vanno dalla tarda mattinata al tardo pomeriggio, sente forte e vigoroso il caldo alito della morte sul collo, che incombe, che reclama vittime.
Motivo per il quale quest’estate mi sono convinta che fosse arrivato il momento di convertirmi alla Glycyrrhiza glabra.
Si, Glycyrrhiza glabra, più conosciuta come la liquirizia. Dal momento che veri e propri rimedi o cure all’ipotensione arteriosa non ci sono, questa potente radice, dotata di un gradevolissimo sapore non così distante dalla terra calpestata, è capace di farti schizzare la pressione alle stelle. La liquirizia, infatti, un noto ipertensivo poiché agisce sulla pressione arteriosa e sulla cosiddetta pompa sodio-potassio.
La liquirizia è, in realtà, oltre ad una radice dotata di importanti proprietà benefiche o curative, al contempo una materia prima estremamente versatile, che può trovarsi in commercio sotto forma di stecche, caramelle dure o gommose, polveri, o come Salmiakki, ovvero liquirizia salata.
Il primo utilizzo della liquirizia si deve agli Sciiti del Medio Oriente, che se ne servivano per le sue proprietà dissetanti. In Occidente, invece, arriva solo nel XV sec. con i frati domenicani che ne scoprono le proprietà digestive, depurative e antinfiammatorie.
Oggi la liquirizia è considerata una sostanza aromatica praticamente miracolosa per la vastità e la varietà di effetti positivi che garantisce. Essa, infatti, è fonte di glicirrizina e flavonoidi, dall’azione gastroprotettiva ed espettorante, e per questo utile contro tosse secca, asma ed ulcere. La sua azione antinfiammatoria e cicatrizzante la rende inoltre efficace rimedio per eczemi, psoriasi, herpes e dermatiti.
Inoltre, udite udite! La liquirizia ha anche effetti dimagranti. La liquirizia, infatti, agisce da saziante della fame, e può essere utilizzata, quindi, per placare gli attacchi di fame. Ha, inoltre, anche delle proprietà dimagranti ‘attive’: una recente ricerca giapponese testimonia come possa avere effetti dimagranti, eliminando il grasso in eccesso e controllando i livelli di colesterolo.
I maggiori produttori di liquirizia sono gli Amarelli, nota e storica famiglia di Rossano, in Calabria, che dal 1731 produce liquirizie apprezzate in tutto il mondo.
Ma la liquirizia, da potente sostanza quale è, può anche avere controindicazioni o effetti collaterali anche gravi. La liquirizia va consumata moderatamente in gravidanza e in allattamento poiché la glicirrizina potrebbe danneggiare la placenta e veicolare gli ormoni dello stress da madre a figlio.
Per le sue proprietà ipertensivanti è chiaramente sconsigliata a soggetti ipertesi, che quindi dovranno consumarla con estrema moderazione. Devono evitare la liquirizia, quindi, anche le persone predisposte a edemi, problemi venosi o di ritenzione idrica.
Un articolo del New England Journal of Medicine riporta un caso, chiaramente estremo, di morte per arresto cardiaco dovuto ad un eccessivo consumo di liquirizia. L’uomo ha accusato un malore in un fast food, dove è stato soccorso e rianimato: dopo 32 ore dal malore è, però, deceduto. I familiari hanno poi rivelato ai medici un abuso di liquirizia da parte dell’uomo nelle settimane precedenti (circa due pacchi al giorno): sarebbe stato questo abuso a portare ad uno squilibrio elettrolitico e quindi alla grave aritmia.
Questo vi dà un’idea dei potenti effetti, potenzialmente letali di questa solo apparentemente innocua radice.
Valentina Siano
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