South learning, l’urbanizzazione che sa di buono
È calabrese il primo progetto di South learning che coinvolge un gruppo di studenti britannici.
Un trimestre trascorso in un piccolo comune del Sud Italia, un’esperienza arricchente per chi arriva e per chi ospita.
Un modo nuovo per ri-popolare luoghi spesso incautamente dimenticati.
È targato Belmonte Calabro e porta la firma dell’associazione La Rivoluzione delle Seppie il primo esperimento di South learning, nato per riqualificare il Sud Italia e le aree interne del Paese.
Dal primo ottobre del 2020, per un trimestre un gruppo di nove studenti iscritti alla facoltà di Architettura della London Metropolitan University si è insediato nel piccolo comune calabrese, che conta meno di 2.000 persone, per abitare La Casa di BelMONDO come spazio di coworking.
L’iniziativa trae origine dal fenomeno dello smart working e si espande fino a concepire l’idea di un’urbanizzazione di riscatto, una maniera sana di vivere lo spazio in modo collettivo.
La pandemia ci ha costretti a un distanziamento sociale, necessario per contrastare il diffondersi del virus. È innegabile che tutto ciò abbia originato vuoti incolmabili, se non affrontati sapientemente.
La strategia vincente è trasformare questa criticità in opportunità.
Il virus ci allontana dalle nostre abitudini, dal rientro nelle università, dalla didattica tradizionale. Bene, perché non abitare case e vichi del Sud Italia?
Un’iniziativa che consente agli studenti di conoscere persone diverse per età, cultura e tradizioni, in uno spazio allestito per lavorare insieme e confrontarsi, mettendo in relazione la comunità locale con giovani studenti.
L’obiettivo è invertire la rotta, aprirsi all’altro, cambiare punto di vista su aree del Paese che da troppo tempo sono soggette a un intenso processo di “deaccumulazione” di capitale umano.
Lo spopolamento dei borghi italiani è un problema che affigge da decenni soprattutto il Sud Italia: sono 5.552 i piccoli comuni del nostro Paese in cui una casa su due è vuota, il che significa che solo il 15% di quelle non occupate potrebbe ospitare circa 300 mila persone.
Dall’inizio del 2020 a oggi, si è assistito a una crescita della domanda residenziale nel Mezzogiorno: un aumento del 21% (+ 5% la locazione nei primi 9 mesi del 2020), secondo i dati di Idealista. Per la vendita, l’area di Barletta-Andria-Trani registra il maggiore incremento (il 60% di richieste in più rispetto inizio anno), seguono Rieti (56%), Agrigento (55%) e Reggio Calabria ed Enna (50%). La locazione premia Brindisi, Crotone e Vibo Valentia.
Il progetto di South learning coinvolge un target differente rispetto al South working ma allo stesso modo rappresenta l’aspetto più nobile di questo processo di rigenerazione. Alle realtà che stanno promuovendo queste pratiche virtuose è demandato un compito importantissimo, ossia ricucire un tessuto sociale lacerato da evidenti differenziazioni territoriali.
“Sono 669 i comuni italiani senza adeguata copertura per la telefonia mobile (510 dei quali classificabili come montani). In tutto, 3/4 dei comuni montani ha meno del 40% delle proprie unità immobiliari servite dalla rete, mentre 150 milioni di euro è l’investimento di Eolo nei prossimi 2 anni nei 5mila piccoli comuni italiani. Infine, sono 2.101 i comuni italiani per i quali l’assetto delle reti non consente in 30 minuti d’auto di raggiungere una media cittadina”.
Per non vanificare il lavoro di tanti, è necessario analizzare in modo efficiente l’entità del problema, con dati alla mano. La vita nelle piccole comunità locali ha tanti vantaggi: riduzione dei costi, bilanciamento tra sfera privata e professionale, qualità della vita e salubrità dei luoghi.
Perché le persone decidano di ri-popolare determinate zone, però, è necessario costruire un sistema di infrastrutture pronto ad accoglierle.
Per rendere possibile questo, è fondamentale creare un network che coinvolga cittadini, comunità, enti regionali, nazionali ed europei. Tutti uniti per progettare una rigenerazione urbana rispondente alle esigenze dei suoi abitanti, capace di ripensare gli spazi pubblici e privati senza snaturarli.
Una rigenerazione che sappia di riconquista.
Rosaria Vincelli
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